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Filler questi sconosciuti, 9 donne su 10 non chiedono informazioni

27 maggio 2016 | 11.29
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Filler questi sconosciuti, 9 donne su 10 non chiedono informazioni

Eccesso di fiducia, disattenzione, imprudenza. Fatto sta che "nove donne su dieci non chiedono informazioni sui prodotti che vengono loro iniettati per i trattamenti di bellezza". Lo sostiene Giulio Basoccu, specialista in chirurgia Plastica estetica e ricostruttiva dell'Ini, Istituto Neurotraumatologico Italiano e docente all’Università di Roma Tor Vergata, che analizza il fenomeno con l'Adnkronos Salute.

"Di solito una paziente arriva a studio molto informata sul trattamento che intende fare sia per le rughe, che per gli accumuli di grasso o altro, perché Internet le ha già aperto un mondo - spiega Basoccu - Il chirurgo o il medico estetico ovviamente la consiglia per il meglio e le propone il trattamento che ritiene opportuno. Fin qui nulla da dire. Il problema, secondo me molto importante, è che la paziente si fida ciecamente del medico" o peggio ancora di altri operatori, "senza chiedere di mostrarle il prodotto che le sta iniettando, per esempio per attenuare o riempire le rughe".

La paziente dunque "non chiede di farsi aprire la confezione davanti agli occhi. O di farsi mostrare il talloncino che è sempre presente nei prodotti regolarmente commercializzati che testimonia il numero del lotto, la provenienza, la data di scadenza, insomma una serie di informazioni fondamentali visto che riguardano un prodotto che stanno per introdurre nel nostro corpo. Questo è un atteggiamento che va assolutamente modificato".

"Di solito negli studi di chirurghi e medici estetici - spiega l'esperto - i prodotti che si utilizzano sono quelli regolarmente commercializzati. E i medici hanno esperienza nel campo. Ciò che preoccupa è quando trattamenti che possono essere eseguiti solo da chirurghi estetici e medici estetici vengono proposti in situazioni non chiare, presso centri di bellezza per esempio, dove il medico estetico può anche non esserci e il trattamento viene eseguito da operatrici. O, nei casi peggiori, presso abitazioni private".

Bellezza fai da te, casalinga e low cost, dunque. "Questo purtroppo accade ancora oggi, e può capitare che i prodotti utilizzati per i trattamenti non siano 'regolari' - aggiunge Basoccu - Penso a prodotti che magari arrivano dal mondo di Internet, dai Paesi dell’Est o dalla Cina. Parliamo di materiali che potrebbero non essere autorizzati usati come filler, per i peeling o come spiana rughe. Prodotti che tra l’altro solo mani esperte possono maneggiare. Il problema è che molte persone si fidano, non approfondiscono l’esperienza di chi hanno di fronte".

Ma quali i rischi corrono i pazienti? "Trattandosi di prestazioni mediche è assolutamente necessario che queste vengano eseguite da un medico - sottolinea Giulio Basoccu - Se così non fosse, i rischi a cui si sottoporrebbe una persona affidandosi a un'estetista o un altro operatore per un filler o un peeling sarebbero elevati. Non solo, spesso i pericoli sono legati anche alla mancata conoscenza del prodotto che si va ad iniettare, e questo sempre a danno della paziente. La medicina estetica devono farla solo i medici. Io - aggiunge il chirurgo - sono tra le altre cose anche contrario al fatto che colleghi specializzati in altri settori della medicina facciano medicina estetica".

"E' come se io domani mattina decidessi di curare una carie, solo perché sono un medico. Io sono un medico, specializzato in chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva. È giusto dire, però, che oggi il ruolo delle estetiste è cambiato, oggi sono molto più indipendenti anche dall’estetica tradizionale, studiano di più cercando di migliorarsi e migliorare le loro prestazioni. Oggi un'estetista seria, competente, preparata e scrupolosa, si occupa del benessere della cliente a 360 gradi e non è un caso se spesso medici estetici si avvalgono del loro aiuto per poter dare alla paziente il massimo comfort. Attenzione però: per valido aiuto intendo dire ad esempio una pulizia del viso pre-filler, o anche massaggiare la paziente dopo un trattamento, senza andare oltre le proprie competenze", conclude Basoccu.

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