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Medicina: neuropsichiatra, attività fisica alleata contro sclerosi multipla

28 febbraio 2017 | 17.28
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Esercizio alleato nella lotta alla sclerosi multipla. "Recenti studi hanno dimostrato che l'attività fisica ha di per sé un effetto importante per favorire il potenziamento del patrimonio basale cognitivo e funzionale, necessario per una migliore protezione del paziente dal danno causato dalla malattia". Lo spiega Angelo Ghezzi, neuropsichiatra, coordinatore della ricerca scientifica del Centro studi sclerosi multipla dell'ospedale di Gallarate (Varese), e membro della commissione giudicatrice del Premio Merck in neurologia.

"Nel trattamento della sclerosi multipla la medicina riabilitativa resta importante - sottolinea lo specialista, intervenendo al convegno 'Innovazione tecnologica e salute: videogames e wearable devices per il paziente con sclerosi multipla', oggi a Milano a Palazzo Giureconsulti - perché aiuta il paziente a contrastare le limitazioni indotte dal danno neurologico. E negli ultimi anni gli studi in materia sono passati da un approccio empirico a uno con una migliore impostazione metodologica, mutuando innovazioni importanti provenienti ad esempio dalle bioteconologie: è in questo quadro che sono maturati i due progetti innovativi vincitori del Premio Merck in neurologia".

Sono molteplici gli strumenti che le tecnologie oggi sono in grado di fornire per contrastare i vari elementi che determinano la disabilità nella sclerosi multipla: "Si va dai vari tipi di sensori per misurare le funzioni motorie, di coordinamenti, deambulazione e velocità - evidenzia Ghezzi - al forte sviluppo della robotica, di sempre più centrale importanza".

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