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"Ti amo" con la voce di una star

13 aprile 2018 | 15.51
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Pino Insegno chiama a raccolta il mondo del doppiaggio italiano per adottare la campagna #unaparolapernemo (foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Pino Insegno chiama a raccolta il mondo del doppiaggio italiano per adottare la campagna #unaparolapernemo (foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Sussurrare parole d'amore, anche quando la malattia ha rubato la voce. E pure mandare a quel paese qualcuno, quando ci vuole. Magari con il piglio di un divo del cinema. Perché un 'vaffa' suona meglio se te lo dice Robert De Niro o Dustin Hoffman. E ancor di più un 'ti voglio bene', se a prestare le parole perdute è Leonardo DiCaprio o George Clooney, e non la voce metallica sintetizzata di un comunicatore elettronico. E' un dono speciale quello in arrivo in occasione della Giornata mondiale della voce, in programma lunedì 16 aprile. Motore dell'iniziativa l'attore e doppiatore Pino Insegno, che chiama a raccolta il mondo del doppiaggio italiano per adottare la campagna #unaparolapernemo del Centro clinico Nemo, struttura multidisciplinare ad alta specializzazione per il trattamento delle malattie neuromuscolari.

Sono già migliaia le parole donate sulla scia della mobilitazione partita qualche mese fa con un appello ad aderire rivolto a tutti. Parole messe al sicuro in una sorta di 'banca', un vero e proprio archivio di messaggi che vanno dalle dichiarazioni d'amore agli incitamenti per la propria squadra di calcio, registrati attraverso un'App dedicata per essere poi utilizzati dai comunicatori elettronici delle persone che non possono più parlare a causa della malattia. E adesso il 'vocabolario vocale' si allargherà notevolmente. Ci penseranno le voci dei doppiatori italiani che risponderanno all'appello di Insegno: di parole ne registreranno circa 3.600 l'uno, cercando di avvicinarsi il più possibile ai bisogni e alle esigenze delle persone che dovranno usarle, ma anche di cogliere gli usi, i costumi e i modi di dire più significativi che appartengono alla lingua italiana.

Non solo. Ogni paziente coinvolto potrà scegliere i messaggi più rappresentativi della sua personalità e dei suoi interessi: per esempio potrà far registrare i nomi dei propri cari o le affermazioni e le esclamazioni tipiche e uniche che lo contraddistinguono. Significa quindi che ogni doppiatore professionista farà una vera e propria 'adozione' nel tempo del processo di personalizzazione della banca vocale destinata a ciascun utilizzatore. E' una nuova fase della campagna, fanno sapere i promotori, che si svilupperà nei prossimi mesi. I risultati verranno presentati in occasione del Gran Premio internazionale del doppiaggio 2018, previsto a Roma per il prossimo novembre.

"La voce è parte fondamentale dell'identità di ognuno di noi e perderla compromette profondamente il benessere psicologico della persona - osserva Alberto Fontana, presidente del Centro clinico Nemo - Per questa ragione ringrazio di cuore Pino Insegno: il suo impegno e quello di tutti i doppiatori che parteciperanno al progetto è una risposta importante al messaggio che abbiamo lanciato con la campagna. Grazie ai doppiatori, le persone costrette dalla malattia a utilizzare un comunicatore elettronico potranno contare sulla voce di professionisti, capaci di farci emozionare tante volte da spettatori. Speriamo siano tante le persone che seguano il loro esempio, così da completare il prima possibile il vocabolario delle parole". "Ciao", "buona giornata", "speranza", "mamma" ma anche "rigore", "gol" e tante altre sono già nel database.

"Ho sempre amato prestare la mia voce per raccontare grandi storie attraverso i corpi di altri attori - dice Insegno - Grazie al progetto del Centro clinico Nemo, potrò regalare la mia voce a chi l'ha persa, per dargli la possibilità di tornare a comunicare con le persone care e, in fondo, a raccontare nuovamente una storia: la propria". Le parole che gli italiani in questi mesi hanno voluto donare a Nemo sono le più diverse, da quelle più intime e affettuose a quelle legate alle proprie passioni. C'è anche chi ha registrato qualche parolaccia, perché anche quello fa parte della quotidianità dei malati, come capita a tutti.

La categoria di vocaboli più nutrita è quella che raccoglie le espressioni di saluto e le esclamazioni (36,7%), seguita dalle parole legate a sentimenti ed emozioni (26,9%), da quelle di uso comune e dai nomi propri (19,7%), a quelle che esprimono bisogni affettivi e concreti (abbracciami, ho fame, ho sete 10%), fino a quelle legate al cibo e alla tavola e i verbi di uso più frequente. E' ancora possibile contribuire al progetto di raccolta delle voci, scaricando (da App Store e Google play) l'App 'NeMO-MY VOICE' e registrando una semplice parola, che verrà inviata dall'App stessa in un vocabolario posto nel cloud: un archivio della voce che supporterà tutte le attività del Centro Nemo legate alla messa a punto del progetto 'Banca della voce'.

La campagna #unaparolapernemo è realizzata con la collaborazione della Fondazione Vialli e Mauro per la ricerca e lo sport Onlus, impegnata da anni nel sostenere la ricerca scientifica sulla Sla e da sempre al fianco del Centro Nemo. C'è anche il patrocinio dell'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica (Aisla), tra i soci fondatori di Nemo.

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