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Lo studio

"Sei morto": il cervello 'ci parla' anche dopo

25 novembre 2018 | 17.01
LETTURA: 2 minuti

Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA/IPA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA/IPA)

Ognuno di noi 'sa' di essere morto dopo la morte. Com'è possibile? Perché il cervello continua a funzionare anche dopo che il cuore si ferma. E' quanto emerge da una ricerca secondo la quale, poco tempo dopo che il battito si arresta, l'attività cerebrale 'ci parla' ancora per un po'.

Una persona può quindi essere 'consapevole' di ciò che sta accadendo: per un breve periodo, si sentirà come 'intrappolata' all'interno del proprio corpo senza vita mentre il cervello è ancora funzionante, fa sapere il dottor Sam Parnia che, assieme al suo team della Stony Brook University School of Medicine di New York, ha condotto lo studio.

La ricerca degli scienziati vuole esaminare ciò che accade al cervello dopo che una persona entra in arresto cardiaco: obiettivo è migliorare la qualità della rianimazione e prevenire le lesioni cerebrali mentre si riavvia il cuore di un paziente.

Nel momento in cui il battito si ferma, secondo quanto riporta il 'Daily Mail, la corteccia cerebrale (la cosiddetta 'parte pensante') rallenta in modo costante e le cellule cerebrali possono rimanere attive per qualche ora.

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