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Denunciò sanitopoli umbra, parla la pediatra

15 aprile 2019 | 17.10
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Susanna Esposito scoprì gli illeciti e venne sospesa: "Mi sono battuta per la verità, la fine dell'incubo è vicina"

Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria dell'università di Perugia
Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria dell'università di Perugia

"Fin dall'inizio mi sono fortemente battuta perché emergesse la verità. Ma la fine di questo incubo, che per mesi ha spazzato via la serenità mia e dei miei cari, non mi sembra più così lontana". Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria dell'università di Perugia, parla a fatica di una vicenda che, spiega, l'ha lasciata "molto provata". Contattata dall'AdnKronos Salute, cerca di vincere le resistenze. Il suo nome è sotto i riflettori in questi giorni. Dalle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta sulla 'sanitopoli' umbra emergono i contorni di quella che anche i suoi legali hanno definito una sorta di "ritorsione" nei suoi confronti, scattata dopo la sua segnalazione su alcuni illeciti rilevati.

Tuttora la specialista, approdata un paio d'anni fa da Milano nel capoluogo umbro per guidare la Clinica pediatrica dell'azienda ospedaliera perugina, risulta sospesa da funzioni e stipendio. Il provvedimento si concluderà il 10 maggio, anche se in una lettera il legale che la segue sul fronte lavoro ha chiesto all'ente di revocarlo o sospenderlo subito ed è in arrivo pure il ricorso nel merito.

"Dal mio arrivo a Perugia ad oggi - spiega Esposito - la professionalità e la correttezza personale che mi contraddistinguono mi hanno spinto a evidenziare alcune serie problematiche organizzative della Clinica pediatrica dell'Ao di Perugia, proponendo soluzioni. Ma non avrei mai immaginato di dover denunciare ritorsioni e di non poter indossare quotidianamente il mio vestito più bello, il camice bianco".

"Sono molto provata per quanto ho subito, per quanto ancora io stia subendo e per il contesto che ho dovuto affrontare", ribadisce Esposito confidando di vedere all'orizzonte la "fine dell'incubo".

Prima di interrompere la telefonata, la specialista non manca di dire grazie. "Ringrazio sentitamente la magistratura e i miei avvocati per il lavoro svolto. Onestà, giustizia e rispetto - incalza - dovrebbero essere i valori su cui si fonda la nostra società, la nostra vita quotidiana. Ancora di più quando è in gioco la salute delle persone e dei piccoli pazienti".

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