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Lo studio

Vaccini sicuri anche attenuati per bimbi con malattie reumatiche

14 giugno 2019 | 09.52
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(FOTOGRAMMA)
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Nessun rischio di infezioni né di recrudescenza della malattia nei bambini con patologie reumatiche che hanno ricevuto un vaccino attenuato di richiamo, anche se i piccoli sono in terapia immunosoppressiva. La notizia arriva da uno studio presentato al Congresso europeo di reumatologia (Eular 2019), organizzato a Madrid insieme con la Società pediatrica europea di reumatologia.

Si stima che ci siano oltre 75.000 bambini con malattie reumatiche in Europa e una vaccinazione sicura ed efficace è fondamentale dato il loro aumentato rischio di infezioni; tuttavia, nei pazienti che assumono alte dosi di terapie che sopprimono il sistema immunitario, è attualmente raccomandato di evitare vaccini vivi attenuati. Questo è dovuto a un rischio teorico, ma non comprovato, di sviluppare infezioni: i vaccini vivi attenuati contengono infatti virus o batteri indeboliti, che non causano malattie nelle persone sane, ma possono produrre una forte risposta immunitaria.

Alcuni medici già vaccinano i loro pazienti con malattia reumatica in soppressione immunitaria con i vaccini attenuati contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, perché alla luce delle recenti epidemie di morbillo in Europa e negli Stati Uniti sono convinti che il rischio teorico legato alla vaccinazione sia molto inferiore al rischio di malattia. Il nuovo studio presentato all'Eular da Yosef Uziel dell'Università di Tel Aviv ha identificato 234 pazienti di questo tipo da 13 centri in 10 Paesi, in cura con metrotressato, anti-Tnf o altre terapie biologiche, e non ha rilevato alcuna infezione legata al vaccino e bassi tassi di eventi avversi.

"Ci sono molte notizie false che riguardano la vaccinazione soprattutto online, pertanto accogliamo con favore i dati presentati oggi, che dovrebbero aiutare a dissipare parte delle preoccupazioni del pubblico", ha affermato Hans Bijlsma, presidente Eular.

Al congresso sono stati presentati anche altri due studi relativi alla vaccinazione anti-influenza, incluso il primo studio 'real world' su un siero antifluenzale in persone con malattie reumatiche autoimmuni: ha incluso 14.928 pazienti e non ha rilevato alcuna associazione tra il vaccino antinfluenzale e l'attività della malattia, la prescrizione di corticosteroidi o la vasculite. "I nostri risultati supportano chiaramente l'uso del vaccino antinfluenzale nei pazienti reumatici e dovrebbero dissipare ogni timore su collegamenti con l'attività della malattia o la vasculite ", ha sottolineato Georgina Nakafero dell'Università di Nottingham.

Fra le altre ragioni che frenano la vaccinazione contro l'influenza nei pazienti con malattie reumatiche e in terapia immunosoppressiva quella secondo cui, poiché il corpo ha un sistema immunitario indebolito, la risposta al vaccino potrebbe non essere abbastanza efficace. Il terzo studio, presentato all'Eular dall'Università di Verona, rivela che, al fine di prevenire un caso di influenza, occorre vaccinare 10 persone con artrite reumatoide in cura con anti-Tnf, mentre è necessario vaccinare 71 individui sani per raggiungere lo stesso scopo. Questo perché, anche se l'immunità sviluppata in risposta al vaccino potrebbe non essere così forte in questi i pazienti, il loro maggiore rischio di infezione significa che, immunizzando, si prevengono molti più casi. E da qui l'importanza di questo presidio sanitario.

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