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Stretta di mano e abbracci patrimonio Unesco, proposta da Varese

17 giugno 2020 | 18.37
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Inviata la richiesta al comitato di valutazione italiano per l'inserimento di questi gesti di saluto e affetto nel patrimonio immateriale dell'umanità

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Stretta di mano, abbracci e baci di saluto diventino 'patrimonio dell'umanità'. E' l'originale proposta, che arriva da Varese, rivolta all'Unesco affinché iscriva queste manifestazioni di saluto e affetto, abolite in tutto il mondo a causa dell'emergenza Covid-19, nel patrimonio immateriale dell'organizzazione Onu. La proposta - che verrà inviata nei prossimi giorni al Comitato di valutazione italiano dell'Unesco per l'avvio della procedura - arriva dal Dipartimento di Salute mentale dell'Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) dei Sette Laghi, per iniziativa del direttore Isidoro Cioffi, con la controfirma dal direttore socio sanitario dell'azienda Ivan Mazzoleni.

"Come è noto - affermano dall'Asst lombarda - l'Unesco non tutela solo i monumenti fisici ma tutte le forme espressive della creatività umana. E ha tra i suoi obiettivi prioritari 'l’attuazione di misure atte a favorire la trasmissione del patrimonio culturale immateriale fra le generazioni'". E in questo spirito si inserisce la proposta che nasce a Varese, città che ospita il Sacro Monte, uno dei siti italiani dichiarati nel 2003 patrimonio dell'umanità.

"In questo periodo emergenziale per la pandemia Covid-19 - spiega Cioffi - sono state necessariamente abolite la manifestazioni di saluto e affetto quali strette di mano, abbracci e baci, tanto care a noi occidentali. E’ noto che senza relazioni con la forza e la bellezza dell’appropriata fisicità si muore; siamo animali sociali e questo significa che esistiamo perché siamo in relazione con gli altri".

"Oggi - prosegue Cioffi - comportamenti che erano consueti sono diventati pericolosi, vanno evitati per il rischio di essere infettati o di infettare. Ciò che è drammatico non è solo la pandemia, ma la paura di un abbraccio, lo stare sempre più isolati. Una parte rilevante del nostro sentire - sottolinea - si esprime con la fisicità, dunque anche con il corpo in relazione; oggi invece dobbiamo collegarci agli altri preferenzialmente in modo virtuale, da remoto. Con questa iniziativa - conclude - vogliamo richiamare l'attenzione di tutti sull'importanza della fisicità nei rapporti umani, un valore che l'emergenza pandemica non ci deve far dimenticare".

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