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Sesso e covid, il coronavirus ha cambiato le vita degli italiani

03 settembre 2020 | 15.21
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C’è chi ha ridotto le occasioni di incontro, chi ha evitato i baci e le effusioni. E chi invece non ha preso nessuna precauzione. La pandemia ha indubbiamente influenzato anche la vita affettiva e sessuale degli italiani. E' quanto emerge da un'indagine promossa dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss), in occasione della Giornata internazionale del benessere sessuale indetta dall'Oms, che si celebra domani.

La Fiss ricorda l’attenzione ancora scarsa in Italia verso il tema. "La salute sessuale - afferma Salvo Caruso, presidente Fiss, ginecologo e associato dell’Università di Catania - non deve essere intesa come un aspetto di 'serie B' della persona. L’esperienza del Covid-19, anzi, ci insegna come prendersi cura di sé e degli altri sia necessario per il benessere di tutti". Anche quest’anno, la Fiss lancia l’invito a richiedere colloqui e visite gratuite online o in presenza con i suoi specialisti durante la Settimana del benessere sessuale dal 5 al 10 ottobre, giunta alla settima edizione. Per fissare un appuntamento basta collegarsi al sito www.fissonline.it e cercare sulla mappa il professionista più vicino.

L'indagine della Federazione sugli effetti della pandemia sulla sessualità è stata condotta online per sondare i comportamenti sessuali e le tendenze in relazione alla pandemia. "Dalle risposte, emerge un minor senso di sicurezza, una maggiore preoccupazione per la famiglia, il partner, la società e meno per se stessi - ricorda la Fiss - Per il campione inoltre a essere a rischio è la salute psichica più che quella fisica". Secondo Caruso, "le molte informazioni a volte contraddittorie ricevute durante la quarantena hanno minato la conoscenza e rischiano di attaccare la stabilità delle persone più fragili. Per questo è importante non sottovalutare la salute psichica e la salute sessuale delle persone dato che contribuiscono al benessere generale".

Al questionario on line "hanno risposto 355 persone, il 27% maschi e il 73% femmine. Oltre il 40% è fidanzato/a, il 26% nubile/celibe, il 22% sposato e il 7% convivente. Il livello d’istruzione è alto: il 50% dei partecipanti ha in tasca una laurea specialistica. Più dell’80% si dichiara eterosessuale e il 7% omosessuale. Il 16% è un professionista sanitario che lavora a contatto con persone che hanno o che possono aver contratto Covid-19", conclude la Fiss.

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