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Farmaci: arriva in Italia il primo per malattia veno occlusiva epatica grave

31 marzo 2014 | 15.24
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Roma, 31 mar. (Adnkronos Salute) - Jazz Pharmaceuticals Plc. e Gentium Spa annunciano il lancio di defibrotide (Defitelio*), primo farmaco - interamente frutto della ricerca italiana - approvato in Europa per il trattamento della malattia veno occlusiva epatica grave (Vod grave) in adulti e bambini di oltre un mese di età, sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Nel mese di marzo, spiegano le aziende, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deliberato l'inclusione del medicinale nella lista dei farmaci a totale carico del Servizio sanitario nazionale. Nel corso del 2014 e del 2015, il farmaco dovrebbe essere disponibile in ulteriori 27 Paesi europei, dopo il recente lancio in Germania e Austria.

Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche si esegue come trattamento curativo nei pazienti con tumori maligni del sangue, alcuni tumori solidi e in caso di alcune patologie non maligne, come gravi emoglobinopatie. Una delle più serie e precoci complicazioni di questo intervento è rappresentata dalla malattia veno occlusiva epatica (Vod), che nella sua forma grave è associata a una mortalità che in alcuni casi è superiore all'80%. "Defibrotide è il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento di questa patologia, un'importante svolta per pazienti con questa malattia potenzialmente letale", ha detto Bruce C. Cozadd, presidente e Ceo di Jazz Pharmaceuticals. "Il lancio europeo di questo farmaco rappresenta un passo importante nell'integrazione di Jazz Pharmaceuticals e Gentium, dopo l'acquisizione all'inizio di quest'anno, e consolida il nostro obiettivo di fornire terapie altamente differenziate per le necessità dei pazienti in ambito ematologico e oncologico".

"La Vod grave, caratterizzata da aumento di volume del fegato, associato a dolore, ittero, ritenzione di liquidi, ascite, insorge usualmente entro 30 giorni dal trapianto. L'evoluzione è verso l'insufficienza funzionale multi-organica, con coinvolgimento di altri organi come reni e polmoni, e la morte sopravviene con una frequenza molto elevata in assenza di trattamento. La precocità dell'intervento terapeutico è cruciale per ottimizzare le probabilità di successo", spiega Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di onco-ematologia pediatrica e medicina trasfusionale presso l'Ospedale Bambino Gesù di Roma.

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