(Adnkronos Salute) - La balbuzie modifica anche la postura, di chi parla e di chi ascolta. C'è la tendenza a sfuggire con lo sguardo, a usare gesti ripetuti, a contrarre la mandibola, la testa, il collo, con movimenti che somigliano ai tic. La buona notizia è che il problema si corregge, e che i primi alleati sono proprio i genitori. "Ci sono errori da non fare mai con un piccolo che balbetta, ma anche con un adulto - raccomanda Rossetto - E' importante che mamma e papà, ma anche gli insegnanti, siano dei facilitatori: in grado di ascoltare quello che viene detto e non come viene detto, di prevenire comportamenti che possano 'fissare' la disfluenza o le esitazioni. Comportamenti che fanno venir paura di parlare e portano i pazienti a tacere o isolarsi".
Ma in pratica quali sono le cose da non fare mai? "Ebbene: per prima cosa mai dire al bambino o al ragazzo 'parla bene', o 'parla con calma'. Questo lo agiterà. Inoltre mai finire le sue frasi, o distogliere lo sguardo dal suo mentre cerca di finire una frase. E' un segno di impazienza e imbarazzo, che viene 'decodificato' e moltiplica il disagio". "Capisco che per un genitore può essere difficile, ma deve imparare a separare le sue ansie da quelle del bambino. Occorre pazienza e accoglienza. Poi, come mostra il bel film 'Il discorso del Re', la chiave sta nella motivazione e nell'empatia. Sto lavorando con un adolescente che si sta 'allenando' perchè con tutte le sue forze vuole lavorare alla reception di un albergo. Una sfida per lui, perchè ha un problema importante, ma è ben deciso a controllarlo", conclude.