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Farmaci: EpaC, malati indebitati per acquistare anti-epatite C

21 maggio 2014 | 13.13
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Roma, 21 mag. (Adnkronos Salute) - Disposti a tutto, anche a indebitarsi, per guarire dall'epatite C. "Alcuni pazienti ci hanno confessato di avere già proceduto all'acquisto" del farmaco anti-epatite C Sovaldi (sofosbuvir) "poiché hanno la malattia in fase molto avanzata e attendere può essere fatale. Per alcuni non è un problema, sono persone facoltose che se lo possono permettere. Altri invece hanno assicurazioni sanitarie che coprono anche questo genere di necessità. Altri, purtroppo, ci hanno comunicato che hanno dovuto racimolare il denaro attraverso 'collette' familiari o indebitandosi. Altri ancora ci hanno segnalato la possibilità di acquistare questi nuovi farmaci a costi inferiori, ma attraverso siti internet negli angoli del pianeta più improbabili. E questo è molto pericoloso". Lo dice all'Adnkronos Salute Ivan Gardini, presidente dell'associazione dei pazienti con epatite (Epac), commentando la notizia dell'acquisto da parte di alcuni malati di epatite C del nuovo medicinale sul web o a San Marino.

"Ai nostri centralini - racconta - arrivano quotidianamente numerose chiamate di malati e familiari in cerca di informazioni utili per accedere al sofosbuvir e, ultimamente, anche al simeprevir. Un certo numero di pazienti ci chiede dove poter acquistare il farmaco. Da parte nostra, come prima cosa ci accertiamo della reale necessità, ovvero la gravità della patologia. Nella maggior parte dei casi, sono persone che possono attendere ancora qualche mese. Considerato che l'approvazione di sofosbuvir ci è stata garantita per fine giugno, noi scoraggiamo l'acquisto, considerati i costi elevatissimi".

Alcuni però, come confermato da un'inchiesta dell'Adnkronos Salute, ricorrono alle farmacie internazionali di San Marino o a siti internet per l'acquisto: "Dobbiamo evitare situazioni di questo tipo - dice Gardini - accertata la reale efficacia e innovatività dei farmaci, che in questo caso è fuori discussione, dovremmo adottare un sistema che preveda la rimborsabilità immediata per le categorie di pazienti più a rischio di vita all'indomani dell'approvazione europea. Ma per fare questo è necessario dotare l'Aifa di un sistema organizzativo e di strumenti adeguati. Probabilmente il ministro della Salute Lorenzin ha intuito che sono necessari interventi in questo senso, in cui il fattore 'tempo' è determinante proprio per salvare vite umane", conclude.

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