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Farmaci: Roche su 'caso Avastin', proseguiamo con ricorso al Tar

03 giugno 2014 | 11.51
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Chicago, 3 giu. (Adnkronos Salute) - La richiesta di risarcimento per 1,2 miliardi di euro avanzata dal ministero della Salute a Roche e Novartis per il caso Avastin-Lucentis e' "un atto dovuto, di cui prendiamo atto. Siamo disponibili e pronti al dialogo, ma la cifra chiesta sembra irreale e vorremmo sapere come e' stata calcolata. Noi andiamo avanti con il ricorso al Tar e aspettiamo il giudizio definitivo. Al momento si è tenuta solo la prima udienza e non c'e' una sentenza, neanche di primo grado, che abbia attribuito alle aziende la responsabilità del presunto danno, o che tantomeno lo abbia quantificato". E' quanto ha affermato Federico Pantellini, medical team leader oncology di Roche Italia, tornando sulla questione a margine del 50esimo congresso della Societa' Americana di oncologia medica (Asco), a Chicago.

L'azienda farmaceutica, che prima si e' vista multare dall'Antitrust per il presunto accordo con Novartis e poi ha ricevuto dal ministero della Salute la richiesta di risarcimento danni, insieme a Novartis, per 45 mln di euro nel 2012, 540 mln nel 2013 e 615 mln nel 2014, prosegue sulla strada del ricorso: "Auspichiamo che il Tar tenga in considerazione i tanti elementi presentati, ma riteniamo le nostre argomentazioni chiare e forti - spiega Pantellini - e siamo sereni perche' non abbiamo fatto nulla se non rispettare le leggi a garanzia della sicurezza dei pazienti".

L'esperto ribadisce che Avastin e Lucentis "sono due farmaci diversi, con caratteristiche differenti. Avastin e' un anticorpo monoclonale, che deriva dalle cellule ovariche di criceto cinese, testato e sviluppato per l'uso in oncologia, il piu' studiato in questo campo. Non e' un medicinale adeguato per l'uso intraoculare, che e' invece l'indicazione di Lucentis, un piccolo frammento di anticorpo, non una porzione di Avastin. Infatti, il farmaco manipolato e frazionato per essere somministrato contro la degenerazione maculare senile non e' piu' Avastin, ma una preparazione galenica a base di bevacizumab, il principio attivo, come si legge anche nel parere del Consiglio superior di sanita'".Roche, prosegue, "non intende promuovere ne' contrastare" l'uso oftalmologico 'off label' di Avastin: "se verra' prescritto e somministrato, sara' una decisione delle strutture o dei medici, che devono avere le competenze per farlo, nel rispetto dei criteri fissati dal Css e con il monitoraggio dell'Aifa, e se ne assumono la responsabilita'".

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