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L'immunologo Mantovani: "Vaccini il miglior allenamento per il sistema immunitario"

13 luglio 2016 | 13.08
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Alberto Mantovani (a destra) riceve il Premio Letterario Merck a Villa Miani
Alberto Mantovani (a destra) riceve il Premio Letterario Merck a Villa Miani

Per rinforzare il sistema immunitario meglio ammalarsi che fare il vaccino? "Lo pensano anche gli amici dei miei figli, ma non è così. Il virus del morbillo, per dire, sopprime il sistema immunitario anche per due anni, dunque il miglior allenamento" per 'rinforzare' le nostre difese "non è ammalarsi, ma proprio fare il vaccino". A sfatare alcuni falsi miti sui vaccini, "vittime del loro successo, con cinque vite salvate nel mondo ogni minuto, 7.200 ogni giorno, 25 milioni di morti evitati entro il 2020", è Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas.

Lo scienziato ieri sera a Roma si è aggiudicato il premio letterario Merck, con il saggio 'Immunità e Vaccini' (Mondadori 2016), insieme a Helen Macdonald con il romanzo 'Io e Mabel ovvero l’Arte della Falconeria' (Einaudi 2016). Per un immunologo come Mantovani "l'idea di non vaccinarsi è un po' come dover giocare contro il Real Madrid senza una serie di partite di allenamento". E al di là della forza della campagna degli anti-vaccinatori, "che preoccupa anche perché ci sono bambini che non possono essere vaccinati" e perdono la protezione dell'effetto gregge, "questi sono anni emozionati: anni in cui l'immunologia è la nuova frontiera della lotta contro il cancro", rileva l'esperto.

Da 14 anni il Premio Letterario Merck vede la partecipazione e il contributo di rappresentanti del mondo della scienza e della cultura a livello nazionale e internazionale e viene assegnato a quegli autori che riescono a creare nelle loro opere una sinergia tra scienza e letteratura. Come, appunto, il libro di Mantovani. Quest'anno una menzione speciale della Giuria a Andrea Moro per il saggio 'I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue impossibili' (Il Mulino 2015).

"Il Premio Letterario Merck intende favorire una fruttuosa contaminazione tra cultura scientifica e cultura umanistica - ha spiegato ieri sera a Villa Miani Antonio Messina, presidente e amministratore delegato di Merck Serono Spa - Sebbene siamo quotidianamente a contatto con i risultati concreti della ricerca scientifica, la scienza è spesso vissuta come qualcosa di lontano, materia per pochi eletti. Emerge quindi la necessità di rendere la conoscenza scientifica accessibile a tutti e stimolare nel pubblico l’interesse ad interrogarsi su temi complessi che sono alla base dello sviluppo, della crescita e del cambiamento nella nostra società".

Nel corso della cerimonia di premiazione, a cui ha partecipato anche Toni Servillo, si sono celebrati anche i 10 anni del concorso di scrittura creativa 'La scienza narrata', un progetto dedicato a tutti gli studenti delle scuole superiori.

Sono stati premiati gli elaborati migliori, scelti tra i 320 racconti partecipanti e provenienti da più di 30 scuole italiane.

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