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Oltre il 50% dei diabetici controlla male la malattia

19 febbraio 2018 | 09.57
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Più della metà delle persone con diabete di tipo 2 in cura con insulina non ha un buon controllo della malattia. "Ciò accade perché il diabete è una malattia progressiva e impone che nel tempo la terapia venga intensificata associando ai farmaci orali dosi adeguate di insulina, quando necessario per mantenere un buon compenso metabolico e prevenire o rallentare le complicanze a lungo termine, come quelle micro e macrovascolari", chiarisce Simona Frontoni, professoressa di Endocrinologia, Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina e Università di Roma Tor Vergata.

"Nella pratica si assiste spesso a una 'inerzia terapeutica', cioè la ritardata o mancata attuazione di una corretta intensificazione della terapia, con conseguente mancato raggiungimento di un buon controllo del diabete", dice Frontoni. Gli ostacoli all'intensificazione della terapia sono molteplici, come dimostrano i risultati della ricerca Poc (Perceptions of Control), condotta in Italia su un campione di 100 medici e 250 persone con diabete in trattamento con insulina basale. Lo studio è stato illustrato nel corso della presentazione del nuovo farmaco IDegLira (Xultophy, Novo Nordisk), la prima combinazione in rapporto fisso di insulina degludec e liraglutide, analogo del recettore del GLP-1, in un'unica penna.

"Secondo la ricerca le barriere all'intensificazione terapeutica più percepite dal medico comprendono le difficoltà del paziente ad affrontare una terapia più complessa a causa di problemi cognitivi legati anche all'età avanzata (64%), la preoccupazione per le ipoglicemie (45%), soprattutto se il paziente ha un lavoro dove una manifestazione di ipoglicemia può essere pericolosa, e la riluttanza dei pazienti a intensificare il trattamento (35%)", spiega Antonio Nicolucci, direttore Coresearch - Center for outcomes research and clinical epidemiology. "D'altro canto una terapia più complicata (44%), il non voler aggiungere ulteriori iniezioni a quelle che già fanno (44%), la preoccupazione per l'insorgenza di episodi di ipoglicemia (19%) e dell'aumento di peso (11%) sono le ragioni che portano il paziente a rifiutare l'intensificazione della terapia", aggiunge.

"Secondo le raccomandazioni delle società scientifiche americane ed europee Ada (American Diabetes Association)/Easd (European Foundation for the Study of Diabetes), quando l'aggiunta di insulina basale ai medicinali orali per il diabete fallisce, bisogna procedere con una terapia iniettiva combinata con più farmaci. Tra le possibili strategie di intensificazione, vi è l'aggiunta di una iniezione di insulina ad azione rapida prima del pasto più abbondante o di agonisti recettoriali del GLP-1", spiega Agostino Consoli, professore di Endocrinologia, Università degli Studi G. D'Annunzio Chieti - Pescara.

"In entrambi i casi ciò implica per il paziente l'introduzione in terapia di un'ulteriore iniezione. Con la nuova formulazione IDegLira questo non è più necessario". Il prodotto, rimborsabile in classe A dal Ssn, è indicato per gli adulti con diabete tipo 2 per migliorare il controllo glicemico in associazione con medicinali ipoglicemizzanti orali quando questi in monoterapia, o in associazione con agonisti del recettore del GLP-1 o con insulina basale, non permettono un controllo glicemico adeguato.

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