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Mantovani: "Stop vaccino Oxford non intacca speranza"

09 settembre 2020 | 16.47
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L'immunologo dell'Humanitas all'Adnkronos: "Ancora da valutare se sospetta reazione è davvero correlata a prodotto scudo"

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"C'è motivo di speranza" per i vaccini contro il coronavirus Sars-CoV-2 "e la sospensione" annunciata per i test clinici sul candidato Università di Oxford-AstraZeneca "non la intacca". A sottolinearlo all'Adnkronos Salute è l'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University. "La mia speranza è che arriveremo a più di un vaccino - spiega - però questo ci ricorda ciò che ripetiamo sempre" all'interno della comunità scientifica, e cioè che "serve cautela, perché la prima cosa è la sicurezza".

Quanto allo stop di cui è stata data notizia oggi, Mantovani puntualizza: "Mi auguro che sia una sospensione temporanea, perché qui la 'giuria' deve ancora esprimersi. Si deve valutare se una reazione sospetta su un volontario sia associata veramente al vaccino, oppure no. Questo per ora non si può dire. E' facile da immaginare che possa succedere qualcosa su 30mila persone che vengono testate. E dobbiamo ricordare che, in generale, la stragrande maggioranza delle denunce di effetti collaterali alla fine non ha niente a che vedere con i vaccini. Mai dimenticarlo". Per quanto riguarda la sospensione dei test clinici sul vaccino Oxford-AstraZeneca, ora "una commissione apposita valuterà questo aspetto".

Due le parole chiave, ripete Mantovani: cautela, ma anche speranza. "Speranza perché c'è evidenza che questo vaccino, che è finora quello meglio studiato, e anche altri - come i due cinesi, il candidato di Moderna e quello russo i cui dati sono stati pubblicati la scorsa settimana su 'Lancet' - possono indurre una risposta nelle componenti principali del sistema immunitario. Attivano una risposta che chiamiamo innata, che si manifesta come una reazione infiammatoria. Abbiamo segni di un'attivazione dei direttori dell'orchestra immunitaria, i linfociti T. C'è prova di questo e anche di una risposta corretta delle cellule che fanno anticorpi, come quelle B che hanno mostrato di fare anticorpi neutralizzanti".

"Insomma questi vaccini, dai dati che leggiamo, attivano una risposta immunitaria, ma - precisa Mantovani - non sappiamo se basta a proteggere, non sappiamo quanto dura, non sappiamo se c'è una risposta e se protegge nei soggetti anziani. Sono ancora tante le cose che non sappiamo. Quindi, speranza e cautela".

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