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Coronavirus, Viola: "No a date poco credibili sul vaccino"

18 settembre 2020 | 17.26
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L'immunologa: "Se spostiamo la data di settimana in settimana, le persone si stufano e non ci prendono più sul serio"

(Afp)
(Afp)

Sul vaccino contro il coronavirus Sars-CoV-2 "non dobbiamo spingere troppo e non possiamo accelerare troppo, né ipotizzare delle date che poi possono essere poco credibili. Se spostiamo la data di settimana in settimana, le persone si stufano e non ci prendono più sul serio". Ne è convinta l'immunologa dell'università di Padova Antonella Viola, che commenta positivamente l'operazione trasparenza di alcune aziende farmaceutiche in corsa con i loro candidati vaccini.

"C'è stata una bellissima apertura, un atto di trasparenza da parte dell'azienda americana Moderna, che è una di quelle in prima linea nello sviluppo del vaccino - ha ricordato l'esperta ospite di 'Timeline' su SkyTg24 - Moderna ha messo a disposizione tutto il materiale su come è organizzato il trial clinico, che obiettivi si pone, come stanno reclutando i volontari" e così via. "E si parla chiaramente di una risposta sull'efficacia del vaccino per il prossimo anno. Quindi, dicono che sarà disponibile il prossimo anno e secondo me questa è la data più probabile".

"Teniamo presente che per molti di questi vaccini serviranno due somministrazioni - ha evidenziato Viola - La protezione non sarà immediata nel momento in cui arriva il vaccino, perché bisognerà poi aspettare per fare la seconda dose. Dobbiamo pensare dunque non solo al vaccino, ma a come gestire la situazione fino ad allora".

Quanto alla scuola, "l'effetto delle riaperture lo vediamo dopo 15-20 giorni, anche un mese. Quindi, abbiamo riaperto le scuole il 14 settembre e vedremo l'effetto a livello epidemiologico verso inizio-metà ottobre. Per questo adesso non possiamo fare altre riaperture. Il virus circola, questo lo sappiamo, lo vediamo nei Paesi intorno a noi e quindi è impensabile che non entri a scuola. Dobbiamo abituarci all'idea. Per avere rischio zero dovremmo bloccare la nostra vita e vivere in lockdown sempre".

"Dobbiamo aspettare di vedere l'effetto della riapertura della scuola, perché con la scuola si riaprono anche i trasporti. Io ho visto delle scene di autobus stracolmi e quello è un punto dolente, mentre la scuola tutto sommato sembra stia funzionando - spiega l'esperta - Tutto comunque dipenderà da questo, da come funziona questa macchina, se riusciremo a mantenere il distanziamento e a usare la mascherina, a identificare tutte le persone positive e isolare i contatti. Se questo funzionerà, io mi aspetto un aumento del numero di contagi che si manterrà su un livello non eccessivo come sta accadendo invece in altre parti del mondo. E' ovvio che, se le persone sentono che il pericolo è passato e cominciano ad allentare il livello di attenzione, i numeri saliranno come in Inghilterra o Israele".

Quella italiana, conclude, "oggi non è una situazione di emergenza e quindi ci possiamo permettere di avere tutte le aperture che in questo momento ci sono, ma dobbiamo andare gradualmente e non possiamo pensare di aprire tutto in maniera indiscriminata. Siamo comunque in equilibrio. A scuola ci saranno casi di positività e andranno identificati. Si dovrà mettere in piedi un piano che funzioni bene, questa è la criticità che io vedo".

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