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"All'Agenzia del farmaco Ue mancano 150 persone"

23 settembre 2020 | 17.31
LETTURA: 3 minuti

La denuncia del direttore uscente Guido Rasi che da metà novembre tornerà in Italia: "Mi metto a disposizione delle istituzioni"

Guido Rasi, direttore esecutivo Ema
Guido Rasi, direttore esecutivo Ema

"All'Ema siamo rimasti in pochi. Abbiamo problemi di staff e siamo sotto organico di almeno 150 persone". Lo denuncia Guido Rasi, numero uno dell'Agenzia europea del farmaco, che il 16 novembre lascerà il timone dell'ente regolatorio Ue dopo due esperienze come direttore esecutivo, l'ultima iniziata nel 2015. In un'intervista all'Adnkronos Salute, l'esperto ci tiene a segnalare il problema.

Anche in un anno di superlavoro com'è questo 2020 della crisi coronavirus, "è paradossale che non possiamo assumere - spiega Rasi - Nonostante abbiamo il budget economico" per farlo e "non chiediamo una lira, stranamente il sistema non consente ad Ema di decidere quale forza lavoro avere pur a fronte di risorse che si procura da sola. Ci hanno imposto un taglio di un centinaio di persone in 10 anni - ricorda il direttore uscente - Poi ci hanno dato tre nuovi compiti da gestire, abbiamo aumentato il nostro budget del 35% e quindi abbiamo avuto un lavoro di almeno il 35% più alto, ma a fronte di questo non abbiamo la possibilità di assumere con le nostre stesse risorse". In Ema dal 2011, con lo stupore di chi ha a cuore il destino dell'agenzia e della salute d'Europa, Rasi vorrebbe capire perché.

E DOPO L'EMA? "PRONTO A RUOLO ATTIVO" - Padovano classe 1954, curriculum internazionale culminato con i due incarichi di direttore esecutivo dell'Ema, a metà novembre Rasi terminerà dunque il suo mandato. poi? Cosa farà 'da grande'? "Per ora ho poche idee e ben confuse", tranne una che è quella di "prendermi una breve pausa velica nel mio Mar Mediterraneo", confida nell'intervista all'Adnkronos Salute. Certo è che il numero uno dell'ente Ue tornerà in Italia, inizialmente all'università di Roma Tor Vergata e dopo chissà: "Sono aperto a nuove esperienze", dice. Non in politica, precisa, "ma ad aiutare le istituzioni con ruolo attivo sì. Magari mettendo a disposizione del Paese, a supporto dei giovani e dell'innovazione, l'esperienza che in questi anni ho maturato in Europa campo regolatorio".

Spostato con due figli, laurea in Medicina e specializzazioni in medicina interna, allergologia e immunologia clinica, in una prima fase di transizione "dal 16 novembre ritorno all'università, alla Cattedra di Microbiologia di Tor Vergata. Da lì poi potrò anche muovermi - spiega - magari allargandomi dalla microbiologia ad aspetti delle cosiddette scienze regolatorie, per vedere se si può aiutare il settore italiano dell'innovazione e portare per mano i giovani ricercatori, indirizzarli. Insomma, partendo dall'accademia - ipotizza Rasi - potrei espandermi con qualche progetto nel settore in cui mi sono mosso in questi anni".

Ma "sono anche disponibile ad aiutare le istituzioni con ruolo di supporto", conferma. Una discesa nell'arena politica come quella compiuta o meditata da alcuni 'camici bianchi' in prima linea contro l'emergenza coronavirus? "Impegnato in politica no, la vedo molto difficile, ma attivo a tutti i livelli sì. Aperto anche a ruoli di appoggio istituzionale", ribadisce. "A 67 anni (li compirà il 9 gennaio 2021, ndr) credo che la legge mi darà qualche limitazione, spero non la salute", sorride Rasi che come italiano all'estero ha votato per il referendum. "Certo che l'ho fatto".

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