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Covid, nuovi dati positivi su Remdesivir

12 ottobre 2020 | 20.06
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Tempi di recupero più rapidi

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Nuovi dati positivi sull'antivirale Remdesivir contro Covid-19. Sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm) sono pubblicati oggi i risultati finali dello studio condotto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) statunitense su pazienti adulti ricoverati in ospedale con Covid-19 lieve e moderato o grave. I risultati finali del trial di fase 3 Actt-1, costruiti sui risultati preliminari pubblicati sul Nejm a maggio 2020, dimostrano che, rispetto al placebo, nei pazienti con Covid il trattamento con Remdesivir ha ottenuto "miglioramenti continuativi e clinicamente significativi su diversi parametri di valutazione". I dati provano, inoltre, che l'uso dell'antivirale "ha determinato un tempo di recupero più rapido rispetto a quanto già comunicato in precedenza". Nei risultati preliminari a 15 giorni, Remdesivir più lo standard di cura aveva ridotto il tempo di recupero di quattro giorni rispetto al placebo. I pazienti che hanno ricevuto l'antivirale hanno avuto il 50% di probabilità in più di migliorare entro 15 giorni rispetto a quelli che avevano ricevuto placebo, e l'effetto è stato mantenuto per circa un mese (fino al giorno 29). Il beneficio di Remdesivir è stato maggiore quando il farmaco è stato somministrato entro 10 giorni dall'insorgenza dei sintomi. Infine, si è verificata la tendenza a una riduzione della mortalità dopo 15 e 29 giorni nei pazienti trattati con Remdesivir rispetto al placebo.

"I risultati dello studio Actt-1 dimostrano che, nei pazienti ospedalizzati con polmonite da Covid-19 - spiega Andre Kalil, professore di Medicina interna e direttore del Programma di malattie infettive da trapianto all’Università del Nebraska, principal investigator dello studio - Remdesivir è il primo farmaco antivirale a essere significativamente associato a un tempo di recupero più breve, cinque giorni prima per tutti i pazienti e sette giorni prima per quelli più gravi, e al contempo a una minore progressione verso la ventilazione meccanica", sottolinea. "I dati di cui disponiamo ora suggeriscono che somministrare Remdesivir a pazienti in ossigenoterapia può ridurre in modo significativo le probabilità di morte".

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