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Ginecologo milanese Vercellini primo al mondo contro endometriosi

07 marzo 2014 | 16.36
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Ginecologo milanese Vercellini primo al mondo contro endometriosi

Milano, 7 mar. (Adnkronos Salute) - Un primato mondiale dedicato alle donne, "a tutte le nostre studentesse e specializzande che per decenni hanno lavorato tanto e bene nel nostro centro. Senza il loro volontariato, niente sarebbe potuto succedere". Paolo Vercellini, professore di Ginecologia e ostetricia all'università degli Studi di Milano, è stato appena eletto dall'associazione californiana Expertscape massimo esperto al mondo nella ricerca e nel trattamento dell'endometriosi, tra le più diffuse patologie ginecologiche. E alla vigilia della festa dell'8 marzo, è proprio alle donne che rivolge il suo pensiero. Oltre che al suo maestro: "Questo è un riconoscimento di gruppo, che viene da lontano - spiega il medico all'Adnkronos Salute - da quando Giovanni Battista Candiani, padre della scuola milanese di ginecologia, si dedicò all'endometriosi in un'epoca in cui nessuno se ne occupava".

"Eravamo alla fine degli anni '70, inizio '80 - ricorda Vercellini, classe 1955, milanese 'doc', responsabile dell'Unità operativa di patologia ginecologica della Fondazione Irccs Policlinico del capoluogo lombardo - Da allora, sulla sua spinta e grazie ai suoi insegnamenti, siamo riusciti a portare avanti tante ricerche e a pubblicarle". Mettendo insieme i lavori di Vercellini e degli altri ginecologi milanesi di Statale e Policlinico che risultano al top del ranking Expertscape (Edgardo Somigliana al secondo posto, Luigi Fedele al quinto e al decimo Paola Viganò, ora all'Irccs San Raffaele), "parliamo di circa 300 pubblicazioni".

Con un organico di 12 medici, più infermieri e operatori, il Centro endometriosi della clinica Mangiagalli di Milano conta ogni settimana circa 60 visite ambulatoriali e 10 interventi chirurgici. "Un centro di riferimento nazionale, con un 50% delle pazienti che arriva dalla Lombardia e l'altro 50% da fuori regione", stima il direttore della struttura.

"Forte dolore mestruale, dolore nei rapporti sessuali e a volte nella defecazione, difficoltà di concepimento" sono i principali sintomi dell'endometriosi, che secondo le stime colpisce in modo più o meno grave una donna su 10: oltre 150 milioni nel mondo, 3 milioni in Italia, specie tra i 25 e i 35 anni. "Il nostro punto di vista potrebbe essere un po' viziato dal fatto di assistere anche casi che non trovano risposte altrove - premette Vercellini - ma la netta sensazione è che negli anni sia aumentato il rischio di endometriosi". Sotto accusa "il notevole ritardo con cui oggi le donne cercano un bambino, e la drammatica riduzione nel numero dei figli. La patologia, infatti, è associata al numero di mestruazioni: più se ne ha e più cresce il rischio". Inoltre, "l'impressione è che stiano aumentando le forme di endometriosi più severe: nel nostro centro di l'incremento negli ultimi anni è stato di almeno un terzo".

Nella settimana di sensibilizzazione sull'endometriosi, e in vista della prima Giornata mondiale (13 marzo), il ginecologo sottolinea l'importanza che la donna sia indirizzata dal proprio medico di famiglia in centri specializzati, dove "sempre più spesso la diagnosi non necessita della chirurgia seguita dall'esame istologico: un'ecografia ben fatta può dire moltissimo, se serve con l'ausilio della risonanza magnetica. Ciò è fondamentale, perché permette di ricorrere alla chirurgia come eventuale terapia e non come diagnosi". Il trattamento "si basa su estroprogestinici (la pillola anticoncezionale) e farmaci progestinici (economici, tollerati, più a basso rischio trombotico)", e "riesce a controllare la malattia in almeno 2 donne su 3", anche se non può essere praticato se la donna sta cercando un figlio perché inibisce l'ovulazione. Nei casi da operare, l'intervento è laparoscopico 9 volte su 10.

Vercellini insiste sulla necessità che le pazienti e le loro associazioni vengano coinvolte sempre di più nelle decisioni relative alle terapie, nello sviluppo di raccomandazioni e linee guida per la gestione della malattia e anche nella ricerca, impegnata soprattutto a cercare nel Dna i fattori genetici predisponenti all'endometriosi, e quindi possibili vie da battere per prevenirla. "Medico e paziente devono essere una coppia di lavoro", è la filosofia dell'esperto primo nella classifica Usa. "Devono intraprendere una strada insieme".

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