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Farmaci: in 10 citta' il punto su nuovi anticoagulanti in fibrallazione atriale

25 febbraio 2014 | 16.07
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Lucca, 25 feb. (Adnkronos Salute) - Da Lucca, collegata in contemporanea con 9 città italiane - Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Mestre, Napoli, Roma, Torino - la cardiologia italiana si incontra per fare il punto della situazione dopo l'introduzione dei nuovi anticoagulanti orali, e definirne le raccomandazioni di utilizzo. Obiettivo: estendere il più possibile la profilassi antitrombotica per rompere il legame tra fibrillazione atriale ed ictus. Un evento promosso da Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) e da Aiac (Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione). L'incontro, realizzato con il supporto di Bayer, vede la partecipazione di oltre 1.200 tra cardiologi e internisti e 150 tra moderatori e relatori.

In Italia, dicono gli esperti, si registra un sotto-trattamento dei pazienti con fibrillazione atriale, dovuto principalmente ai limiti della profilassi farmacologica finora utilizzata. "Gli aspetti più rilevanti sono quelli legati allo storico sotto-utilizzo della terapia anticoagulante nei pazienti con fibrillazione atriale - dichiara Francesco Bovenzi, presidente Anmco e direttore della Cardiologia dell'Ospedale Campo di Marte di Lucca - anche se con la nuova classe terapeutica ci aspettiamo una maggior copertura, ad oggi permane un'elevata percentuale di soggetti che non eseguono alcun tipo di profilassi o sono sottoposto a trattamento con antiaggreganti piastrinici, che hanno dimostrato di non proteggere completamente dall'eventuale insorgenza di fenomeni tromboembolici, e di avere un eguale rischio emorragico rispetto agli altri anticoagulanti. Percentuale che globalmente può arrivare al 40%"

"I nuovi farmaci - continua Bovenzi - non richiedono frequenti controlli ematici, sono somministrati a un dosaggio fisso, facilitando l'aderenza alla terapia, hanno scarsissima probabilità di interazioni con alimenti o altri farmaci, presentano ridotto rischio di emorragie cerebrali rispetto al warfarin. Ciononostante, ad oggi, solo il 6% dei pazienti li assume, probabilmente anche a causa di una complessa gestione burocratica nelle prescrizioni".

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