cerca CERCA
Venerdì 29 Marzo 2024
Aggiornato: 02:53
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Esperti, mammografie inutili? Messaggio pericoloso e fuorviante

19 febbraio 2014 | 16.02
LETTURA: 3 minuti

Esperti, mammografie inutili? Messaggio pericoloso e fuorviante

Roma, 19 feb. (Adnkronos Salute) - "Un messaggio pericoloso e fuorviante". I radiologi italiani prendono posizione sullo studio firmato da Anthony Miller dell'università canadese di Toronto, pubblicato sul 'British Medical Journal', che si inserisce nel filone di ricerche in cui si avanzano dubbi sull'utilità della diagnosi precoce del cancro al seno attraverso la mammografia, sostenendo che lo screening non ridurrebbe la mortalità.

"Ritengo indispensabile - avverte Carlo Faletti, presidente della Società italiana di radiologia medica (Sirm) - rispondere a notizie che potrebbero ingenerare false apprensioni in un Paese noto in tutto il mondo per essere stato uno dei primi a organizzare lo screening mammografico con doppia lettura del medico radiologo, con ottimi risultati riconosciuti recentemente anche dall'American Roentgen Ray Society quale esempio da proporre".

Faletti ha inoltre chiesto e ottenuto una risposta articolata da parte degli esperti senologi. "Riteniamo molto pericoloso diffondere messaggi fuorvianti sull'inutilità della diagnosi precoce, evento che consente una chirurgia sempre meno aggressiva e trattamenti sempre più attenti al benessere complessivo della donna", affermano Pietro Panizza dell'Irccs Istituto nazionale tumori di Milano, e Francesco Sardanelli dell'Irccs Policlinico San Donato.

"Senza polemizzare sulla qualità della mammografia di screening di alcuni studi canadesi del passato - osservano Panizza e Sardanelli - sarebbe come se volessimo discutere delle prestazioni, dei consumi e degli standard di sicurezza delle automobili attuali sulla base di quelle disponibili nei primi anni Novanta, ovvero basate sulla tecnologia degli anni Ottanta".

"Non ha senso, soprattutto se consideriamo che la mammografia nel frattempo è diventata digitale - ricordano - riducendo la dose di radiazioni e consentendo un'analisi 'per strati' della mammella (tomosintesi) che aumenta la sensibilità diagnostica per i tumori e riduce la richiesta di approfondimenti in assenza di malattia, come recentemente dimostrato anche da studi condotti in Italia". Gli esperti evidenziano: "Tutti i medici impegnati nella lotta al tumore mammario sanno che la mammografia permette la diagnosi di tumori mammari di dimensioni inferiori a quelli che sarebbero diagnosticati aspettando che il tumore diventi palpabile", e che "anche con le più avanzate terapie attuali il tumore più piccolo implica maggiori probabilità di guarigione e l'utilizzo di trattamenti chirurgici, radioterapici e farmacologici meno aggressivi rispetto a quelli necessari per tumori più grandi".

Lo studio canadese solleva inoltre il problema della sovradiagnosi, ossia della possibilità di diagnosticare tumori maligni a lenta crescita che non avrebbero necessitato di terapie. La proporzione calcolata dagli autori è del 22%. "Anche accettando questa stima - concludono Panizza e Sardanelli - ne deriverebbe che ogni circa 5 donne alle quali viene diagnosticato un tumore mammario nel corso dello screening, una andrebbe incontro a trattamenti non necessari a vantaggio delle altre quattro che si gioverebbero dei vantaggi della diagnosi precoce. Un bilancio sociale senz'altro a favore della mammografia".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza