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Medicina: sistema immunitario in tilt per 5 mila italiani, 70% senza diagnosi (2)

22 maggio 2014 | 12.38
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(Adnkronos Salute) - Quando il difetto è la mancanza di immunoglobuline, "per curare il paziente - spiega Carlo Agostini, direttore della Scuola di specializzazione in allergologia e immunologia clinica dell'università di Padova - vanno sostituite con una terapia trasfusionale, che inizialmente si eseguiva per via endovenosa e negli ultimi anni anche sottocute. In quest'ultimo caso il paziente può farlo a casa propria, continuando a recarsi in ospedale per i controlli dallo specialista, ma non più per le infusioni". Con effetti positivi per la qualità di vita dei malati, che ci guadagnano in autonomia, e anche per il Sistema sanitario.

Secondo uno studio pubblicato sul Giornale italiano di Health Technology Assessment (Hta), il trattamento sottocutaneo favorisce un risparmio per il Ssn, pari a circa 2.200 euro per paziente. Questa modalità di somministrazione delle immunoglobuline si affianca sempre più a quella tradizionale. Non solo. La ricerca ha portato a una nuova tecnica che facilità l'infusione sottocute e aumenta l'emivita del farmaco, che così rimane in circolo ed efficace per 3-4 settimane, quasi il doppio della durata attuale: questo è reso possibile dal pretrattamento con ialuronidasi umana ricombinante, un enzima che, scindendo l’acido ialuronico presente nel sottocute, apre in maniera transitoria e reversibile alcuni spazi in cui le immunoglobuline possono essere infuse in maggiore quantità.

L'Italia, però, sul fronte della diagnosi e della terapia delle immunodeficienze, non parla un linguaggio comune: "Ci sono Regioni in cui non è stata inserita ancora la possibilità di ricevere le immunoglobuline sottocute oppure non vengono date le pompe per le infusioni. Non bisogna solo farne una questione di costi: un malato curato è un malato che vive bene", sottolinea Francesca Ballali, dell'associazione di pazienti Pro-Idpi, auspicando una maggiore uniformità sul territorio nazionale.

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