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Chirurgia: intervento protesi anca con robot presentato a Milano

19 giugno 2014 | 16.44
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Chirurgia: intervento protesi anca con robot presentato a Milano

(Adnkronos Salute) - Il 'robot chirurgo' entra in sala operatoria anche per le protesi d'anca. E' stato presentato oggi, in occasione del 14esimo Congresso mondiale Caos, l'Associazione internazionale di chirurgia ortopedica computer e robot assistita (in corso a Milano fino al 21 giugno), uno dei primi interventi chirurgici di protesi all'anca totalmente robotizzato. A guidare i lavori Norberto Confalonieri, "primo medico in Italia - hanno spiegato gli esperti oggi durante un incontro presentare il summit - ad aver utilizzato la chirurgia computer assistita in ortopedia, per l'impianto delle protesi del ginocchio e dell'anca".

"La moderna chirurgia - spiega Confalonieri - offre molte scelte di tecniche operatorie robotizzate. I chirurghi italiani sono i migliori protesizzatori, anche senza il computer. Però gli strumenti computerizzati sono utili per un miglior posizionamento delle componenti, attraverso un'incisione ridotta, senza complicanze aggiuntive. La metodica mininvasiva computer-assistita permette di impiantare protesi che risparmiano i tessuti sotto la cute, osso, legamenti, muscoli e capsula". La media dei chirurghi ortopedici nel mondo che praticano la chirurgia robotica è solo del 2,5%. E in Italia? "Nel nostro Paese ci sono circa 8 mila chirurghi ortopedici, e tra questi, sono affiliati all'associazione che io gestisco solo 24. Stimo che almeno l'1%, pari a circa 800 chirurghi, faccia uso di tecniche computer e robot assistite", precisa Confalonieri.

"Il navigatore o il robot - continua - fanno la differenza in quanto standardizzano i gesti chirurgici e li uniformano, così come uniformano le prestazioni e i risultati. Cambia il modo di dialogare in sala operatoria: non più per sensazioni visive, basate sull'esperienza, ma ragionando, tutti, con i numeri, con indicazioni oggettive. Dal chirurgo all'assistente al product specialist all'infermiere, guardando il display del computer, tutti possono interagire 'dando i numeri'. Il chirurgo è sempre meno artista solitario, padre e padrone della tecnica, e sempre più scolastico, insegnante di un'esperienza tradotta in immagini e numeri. Questa è la vera evoluzione in sala operatoria".

L’obiettivo dell’associazione Caos, sottolinea Confalonieri, “è di diffondere questo tipo di tecnologie per diminuire il numero di revisioni nel mondo e le complicanze post-operatorie: è un investimento a lungo termine. Nella protesi d’anca si verificano ad esempio le complicanze della dismetria: da quando utilizziamo questa tecnologia, ormai più di 10 anni, abbiamo eliminato la dismetria post operatoria”.

L’Italia, spiegano gli esperti, è ai primi posti in Europa per il numero di protesi d’anca impiantate, circa 100 mila l’anno. Il numero di interventi sull’anca cresce al ritmo del 5% annuo, mentre quello delle protesi di ginocchio è in crescita del 10% annuo. Nel 2030, avvertono gli specialisti, ci sarà il 600% in più di revisioni, ma non ci saranno chirurghi ortopedici sufficienti nel mondo a gestire questa domanda crescente: “Il nostro mandato principale è quello di diminuire il numero delle revisioni nel mondo. La speranza è che, mettendo al meglio le componenti protesiche, l’impianto duri di più. Pertanto, in futuro ci saranno meno revisioni di protesi, con un consistente risparmio per il Servizio sanitario nazionale. Altrimenti ci troveremo di fronte a una massa di pazienti che non potranno essere soddisfatti e continueranno a zoppicare”.

L’altra novità presentata al Congresso è il sistema I-Assist by Zimmer, che si serve di un giroscopio per l’impianto di protesi di ginocchio, semplificando le tecniche di navigazione computer-assistita che spesso spaventano i chirurghi e li tengono lontani da queste tecnologie. Il sistema permetterà, secondo gli esperti, di diminuire dell’80% il cosiddetto ‘time consuming’, il tempo aggiuntivo in sala operatoria rispetto alle tradizionali operazioni, che si aggira attualmente dai 13 ai 15 minuti per intervento, riducendolo a pochi minuti.

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