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Medicina: chirurghi plastici italiani in missione in Togo

05 luglio 2014 | 11.23
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Medicina: chirurghi plastici italiani in missione in Togo

Chirurghi plastici italiani in missione in una delle nazioni africane più povere e prive di assistenza sanitaria: il Togo. Il progetto umanitario è organizzato dalla Aicpe (Associazione italiana chirurgia plastica estetica) onlus e vi parteciperanno 8 specialisti che partiranno ad agosto alla volta del piccolo Stato dell'Africa occidentale. Spiccano i giovani professionisti, come il 33enne Matteo Angelini, laurea in Medicina e specializzazione in Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva alla 'Sapienza' Università di Roma, scelto fra i numerosi curricula giunti per la selezione, che all'Adnkronos Salute racconta gli obiettivi della missione: "Interverremo su malformazioni congenite come la labiopalatoschisi (il cosiddetto 'labbro leporino'), su ustioni, neoplasie e, dal momento che in Togo cominciano a svilupparsi i trasporti, anche su lesioni provocate da incidenti stradali".

Non solo bambini, ma anche adulti e non esclusivamente togolesi: "Anche le popolazioni delle Nazioni confinanti (Ghana, Benin) vengono informate, nei giorni che precedono la missione - prosegue il medico - della possibilità di essere sottoposti a cure gratuite. Una rarità in Togo, dato che anche nell'unico ospedale pubblico esistente le prestazioni sono a pagamento. Quindi le persone bisognose di cure vengono radunate nella struttura dove operiamo, l'ospedale Saint Jean de Dieux di Afagnan, nel Togo meridionale, a circa 80 km dalla capitale Lomé. Per me è la prima volta, ma era un'idea alla quale pensavo da tempo, ho sempre sentito l'esigenza di fare questo tipo di esperienza e grazie all'Aicpe onlus ho avuto la possibilità di realizzarla: si forniscono cure particolari a persone che altrimenti non avrebbero mai avuto la possibilità di averne accesso".

"Dal 2007 ho organizzato 8 missioni e operato, con i colleghi, circa 40 pazienti ogni volta - spiega Claudio Bernardi, presidente di Aicpe onlus - ma dall'anno scorso, con la costituzione della nostra onlus, abbiamo potuto garantire una maggiore continuità a questi pazienti, che significa principalmente continuità di terapia: spesso il nostro contributo non finisce con l'intervento chirurgico ed è dunque importante tornare in quelle zone per controllare i pazienti. Il Togo è un Paese in cui chi va dal medico lo fa per 'estrema ratio', perché la prima cosa che si fa è andare dallo stregone. Solo alla fine, forse, si arriva nelle strutture sanitarie. Ma la medicina pubblica è un concetto delle nostre latitudini: in Togo non c'è uno Stato che paga per l'assistenza sanitaria".

"La chirurgia plastica ricostruttiva - prosegue Bernardi - è una specialità assente in molte strutture sanitarie sia pur di alto livello dei Paesi in via di sviluppo, dove invece sarebbe estremamente utile visto l'elevato numero di patologie malformative e postraumatiche. Il nostro progetto è articolato in quattro fasi: conoscitiva della realtà e specificità territoriale; organizzativa-logistica delle spedizioni di volontari; approvvigionamento di materiali e strumenti specifici; continuità assistenziale e attività didattica. La fase conoscitiva serve a valutare le esigenze di una specifica realtà, alla quale i chirurghi dovranno adattarsi. L'opera del chirurgo plastico è però specialistica e necessita di alcuni standard minimi per garantire un buon livello di assistenza. Al di sotto di livelli qualitativi minimi, molti interventi di chirurgia ricostruttiva sarebbero a rischio di insuccesso e potrebbero portare a un peggioramento del quadro clinico iniziale. Sotto questo aspetto è importante che ci si possa dotare della strumentazione adeguata all'attività chirurgica prevista (fase 2- 3)".

"La fase 4 - conclude - prevede l'istituzione di un calendario annuale che possa dare una continuità alle missioni. Del resto, singole missioni umanitarie, pur essendo utili sul territorio, rischiano di non modificare la realtà sanitaria territoriale. Al contrario, riuscire a garantire una presenza costante, sia pur periodica, fa sì che la specialità della chirurgia plastica possa comunque rappresentare un riferimento nella struttura sanitaria locale, sia per gli operatori di base (infermiere, ostetrica, medici), sia per eventuali altre specialità presenti (pediatria, chirurgia generale), con risvolti non esclusivamente di tipo assistenziali per i pazienti, ma anche educativi e formativi nei confronti delle suddette figure professionali locali. Devo dire che i medici specialisti italiani sono davvero volenterosi e stanno contribuendo molto mettendo a disposizione le loro conoscenze". Mentre chi lo desidera può fare una donazione all'Aicpe onlus utilizzando l'Iban IT70 C02 0081 1400 0001 0262 8131 o il codice fiscale per la donazione 5x1000: 96035560174.

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