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Aterosclerosi male antichissimo, colpiva già prima che si diffondessero stili di vita a rischio

31 luglio 2014 | 11.40
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Aterosclerosi male antichissimo, colpiva già prima che si diffondessero stili di vita a rischio

(Adnkronos Salute) - Non una prerogativa dei tempi moderni, ma un male 'preistorico'. L'aterosclerosi, malattia che colpisce le arterie innescando un processo che può provocare infarto e ictus, colpiva già prima che si diffondessero gli stili di vita considerati oggi fattori di rischio, dall'obesità al fumo di sigaretta o alla scarsa attività fisica. Tanto che anche le mummie ne soffrono, nel senso che tracce di questa patologia sono state identificate in uomini e donne vissuti fino a 2 mila anni fa. Lo ha scoperto un team di scienziati statunitensi che, in uno studio pubblicato sulla rivista della World Heart Federation 'Global Heart', fa il punto sui risultati del progetto Horus mummy, ricerca che ha analizzato mummie di cinque antiche civiltà "straordinariamente conservate", spiegano gli autori del lavoro, un processo agli di vita preistorici a caccia delle cause della malattia.

Sotto la lente degli 'archeo-scienziati' sono finiti 76 antichi egizi, abbastanza ricchi da subire un processo di mummificazione accurato di 70 giorni. In questo caso, osservano gli esperti, ci si aspettava abitudini a rischio: erano perlopiù membri della corte del Faraone e si ipotizza non fossero molto attivi né seguissero una dieta sana. Per le mummie delle altre 4 civiltà prese in considerazione i processi di mummificazione non erano altrettanto buoni (morti lasciati asciugare da sé nel deserto o in ambienti estremamente freddi, niente oli o resine). Erano uomini e donne comuni: 51 peruviani vissuti fino a 2 mila anni fa e 5 nativi americani di Utah e Colorado di circa 1.600 anni fa, un piccolo gruppo di mongoli di 500 anni fa, comunità nomade che viveva a uno stadio primitivo nel deserto del Gobi.

E nella lista ci sono anche 5 uomini delle Isole Aleutine (Alaska) di soli 150 anni fa, che si procuravano il cibo dal Mare di Bering o cacciando sul litorale e raccogliendo prodotti della natura senza ricorrere ad agricoltura o allevamento. Nonostante queste abitudini di vita 'antiche', non intaccate dagli eccessi moderni, anche queste persone sono risultate affette da aterosclerosi.

Caccia a cause 'primitive' malattia, antenate di quelle odierne da infezioni a fumo fuochi

Nessuna delle culture sotto indagine era caratterizzata dalla presenza di obesità diffusa o da carenza di attività fisica e così via. Gli autori suggeriscono dunque che dietro l'aterosclerosi 'primitiva' potrebbero nascondersi cause non tradizionali: "Queste popolazioni erano ignare dei germi in agguato negli ambienti poco igienici in cui vivevano - spiega Gregory Thomas direttore medico del 'MemorialCare, Hearth & Vascular Institute' di Long Beach (California) - E oltre a infezioni batteriche e virali frequenti, erano probabilmente soggetti anche a infestazioni parassitarie permanenti". Per combatterle, ipotizzano gli esperti, sarà stato necessario uno sforzo infiammatorio forte e prolungato. Questa intensa risposta può aver accelerato l'infiammazione (parte integrante del processo ateriosclerotico) che si verifica quando il colesterolo come un ospite sgradito entra nelle pareti delle arterie.

Come prova gli autori citano la storia della mummia 'Nakht', giovane tessitore vissuto nel 1.200 a.C. a Tebe (l'attuale Luxor in Egitto), infettato secondo una ricerca del '74 da ben 4 parassiti, dalla tenia alla malaria. "Queste popolazioni devono aver sopportato enormi pesi infiammatori", riflettono gli esperti. Sembrano dunque esistere degli 'antenati' dei processi che accelerano l'aterosclerosi nei tempi moderni. Se non c'era ancora il fumo di sigaretta, in passato i nemici delle arterie erano altri ma simili: per esempio gli esperti hanno notato una tendenza a sviluppare ateriosclerosi maggiore nelle donne, che passavano gran parte della giornata a cucinare cibi sul fuoco, un flagello simile al tabacco oggi. L'inalazione continua di quei fumi potrebbe aver azionato il processo ateriosclerotico.

"Dobbiamo continuare a cercare altre potenziali cause della malattia e questo - concludono gli esperti - potrebbe ridisegnare la sua frequenza e l'impatto. Usare il passato per predire il futuro potrebbe portare a una rivalutazione delle radici dell'aterosclerosi e aprire nuove vie di prevenzione e cura precoce".

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