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Pediatria: Sos cuore in bimbi obesi, 6 volte più a rischio ipertensione

02 settembre 2014 | 13.34
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Pediatria: Sos cuore in bimbi obesi, 6 volte più a rischio ipertensione

(Adnkronos Salute) - Sono bambini, ma rischiano già di ammalarsi come i grandi. Sotto accusa i chili di troppo, un'epidemia che non risparmia la Penisola: secondo gli ultimi dati del programma ministeriale 'Okkio alla salute', nel 2012 era sovrappeso più di un bimbo italiano su 5 (22,2%, con punte superiori al 30% o al 40% al Centro-Sud), e più di uno su 10 era obeso (10,6%). Dal congresso della Società europea di cardiologia (Esc) che si chiude domani a Barcellona, gli esperti lanciano l'allarme: l'obesità dei piccoli moltiplica per sei il pericolo di pressione alta, primo fattore di rischio cardiovascolare. E la necessità di vigilare e intervenire sulla 'generazione XL', avvertono, è "adesso più forte che mai".

Secondo uno studio presentato al meeting, condotto in Germania su oltre 22 mila bambini e adolescenti, il rischio di pre-ipertensione nei ragazzini in sovrappeso rispetto a quelli normopeso è 1,6 volte maggiore per i maschi e 1,8 volte più alto nelle femmine, mentre in caso di obesità cresce di 2,4 e 3,3 volte rispettivamente. Ancora più netto il legame fra ago della bilancia e pericolo di ipertensione conclamata: il rischio aumenta di 5,9 volte nei maschietti obesi e di 4,3 volte nelle femminucce.

La ricerca è stata presentata da Peter Schwandt della Ludwig-Maximilian University di Monaco di Baviera, e ha coinvolto bambini reclutati in un programma sostenuto dalla Fondazione tedesca per la prevenzione dell'aterosclerosi. Nei 'baby-arruolati' sono stati valutati pressione arteriosa, indice di massa corporea-Bmi, circonferenza vita, rapporto girovita-altezza, spessore delle pieghe cutanee e percentuale di grasso corporeo. "Tutte misure semplici, economiche e prive di rischi - sottolinea Schwandt - che potrebbero essere prese ovunque, a scuola come a casa", per individuare il pericolo e intervenire.

"Il nostro studio - commenta Schwandt - dimostra con chiarezza che più grassi sono i giovanissimi, e più alto è il loro rischio di pre-ipertensione e ipertensione. Qualunque perdita di peso si riesca a ottenere aiuterà a ridurre questo rischio". Concorda Empar Lurbe, docente di pediatria all'università di Valencia, in Spagna, intervenuta a un simposio che il summit catalano ha dedicato alla pressione arteriosa nei bambini: "Qualsiasi intervento che riduca l'assunzione di energia e aumenti l'attività fisica sarà utile a ridurre i livelli di pressione", assicura.

A volte in bimbi e adolescenti la pressione alta può essere causata da malattie croniche renali, diabete, sindrome metabolica o insufficienza cardiaca e in questi casi è opportuno utilizzare dei farmaci ad hoc. Ma "il sovrappeso è probabilmente la condizione più importante associata all'ipertensione infantile", precisa l'esperta, e allora l'intervento si gioca correggendo gli stili di vita: meno calorie, più sport.

"Il problema dell'ipertensione dei bambini è già tra noi e continua a crescere", ammonisce la pediatra: "Le stime suggeriscono che, nella fascia d'età dai 3 ai 18 anni, circa il 3% ha una pressione arteriosa nel range più alto della normalità mentre un altro 3% è iperteso. Uno studio del 2007 ha calcolato addirittura che, messe insieme, pre-ipertensione e ipertensione negli adolescenti obesi riguardano il 30% dei maschi e il 23-30% delle femmine". E poiché "la pressione alta nei bambini è direttamente correlata all'ipertensione negli adulti, e quest'ultima è la prima causa di morte prematura nel mondo - conclude Lurbe - l'opportunità di vigilare su questi rischi nei bambini appare ora più forte che mai". L'invito, insomma, è quello di prevenire invece che curare. Per evitare che i figli del Duemila debbano vivere meno dei loro genitori.

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