cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 09:57
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Medicina: infertilità maschile, microchirurgia riaccende speranze per lui

03 settembre 2014 | 18.34
LETTURA: 4 minuti

Medicina: infertilità maschile, microchirurgia riaccende speranze per lui

(Adnkronos Salute) - La microchirurgia riaccende una concreta speranza di diventare padri anche nei casi più difficili e complessi di infertilità maschile. Si stima che in almeno due coppie su tre con problemi di infertilità l'uomo possa essere responsabile o corresponsabile dei fallimenti. I casi più complicati sono le azoospermie, cioè quelli con documentata e costante assenza di spermatozoi nel liquido seminale. "Interessano circa il 10% dei maschi infertili, e sono dovute a cause ostruttive o, più spesso, non ostruttive", precisa Giovanni Maria Colpi, uro-andrologo del Centro di medicina della riproduzione ProCrea di Lugano.

"Se nelle prime si possono talvolta ricanalizzare i dotti ostruiti recuperando una fertilità spontanea, nelle seconde il problema è molto più complesso per via del grave danno testicolare: in questi casi una eventuale paternità dipende unicamente dalla possibilità di recuperare alcuni spermatozoi dal tessuto testicolare da usare poi per fecondazione in vitro".

Le tecniche per recuperare questi spermatozoi nel corso degli ultimi anni si sono evolute: si è passati dall'agoaspirato testicolare, che consentiva un recupero positivo solo in circa il 20% dei casi, alla Tese (una sorta di biopsia del testicolo) che recupera in media nel 48% dei casi, alla MicroTese, accreditata nella letteratura scientifica per un recupero positivo medio nel 64% dei casi. Questa ultima è una tecnica microchirurgica che, grazie all'uso di un microscopio operatore con cui l'uro-andrologo opera a 15-36 ingrandimenti, va a ricercare dentro il testicolo eventuali brevissimi segmenti più dilatati dei tubuli seminiferi che possono ospitare, anche in testicoli di alquanto ridotte dimensioni, focolai di spermatogenesi residua, ove possono cioè annidarsi gruppetti di spermatozoi.

"I risultati che abbiamo ottenuto nell'ultimo anno vanno oltre quanto mediamente riportato dalla letteratura scientifica. La mia decennale consuetudine ad operare numerosissimi casi con prognosi alquanto sfavorevole pervenutimi da altri centri mi ha portato a ripetuti e rilevanti affinamenti tecnologici che ci hanno permesso un recupero positivo nel 70% degli operati", afferma Colpi. E, con l'uso in fecondazione in vitro degli spermatozoi così estratti, in ProCrea si è arrivati ad una gravidanza evolutiva nel 53% dei casi.

"Gli spermatozoi recuperati chirurgicamente possono essere congelati e utilizzati in successivi cicli di fecondazione in vitro senza che siano sostanzialmente alterate le possibilità di successo", afferma Marco Dini, biologo e responsabile del laboratorio di andrologia di ProCrea. E, comunque, l'organizzazione interna di ProCrea consente una opzione oggi tecnicamente possibile solo in pochissimi centri, e cioè di procedere spesso a MicroTese 'a fresco', cioè contemporanea al prelievo degli oociti nella partner: in tal modo possono avere speranza di paternità anche quei pazienti azoospermici in cui il numero degli spermatozoi recuperati risulta così modesto che la loro crioconservazione, per la parziale perdita della vitalità cellulare insita nella metodica, non consentirebbe poi di procedere compiutamente alla fecondazione in vitro.

"L'intervento risulta del tutto indolore, viene effettuato in day hospital, e richiede un secondo giorno di riposo al domicilio con ripresa immediatamente successiva dell’attività lavorativa. Gli esiti chirurgici sono assolutamente ottimali, virtualmente privi di complicanze, con una cicatrice pressoché invisibile; a distanza di qualche mese, anche con un'ecografia è spesso impossibile identificare la zona operata", conclude Colpi.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza