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Ebola: l'ipotesi, virus causa peste di Atene nel V secolo a.C.

23 giugno 2015 | 19.17
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Ebola: l'ipotesi, virus causa peste di Atene nel V secolo a.C.

Il virus Ebola potrebbe non essere un patogeno moderno. La prima epidemia, infatti, non si sarebbe verificata in Africa meno di 40 anni fa, come ritenuto finora, ma piuttosto oltre 2.400 anni fa, nell'antica Grecia. A suggerirlo è uno studio di Powel Kazanjian, docente di storia e malattie infettiva all'Università del Michigan, pubblicato su 'Clinical Infectious Diseases'. Lo scienziato sospetta che il virus Ebola sia stato responsabile della peste di Atene, che dilagò nel V secolo a.C. mietendo vittime illustri, fra cui lo stesso Pericle.

La maggior parte dei ricercatori è convinta che il primo focolaio di Ebola si sia manifestato nel 1976, nella Repubblica Democratica del Congo, allora conosciuta come Zaire. Ma per altri studiosi il virus appare più vecchio: alcune ricerche hanno scoperto resti di Dna di Ebola in diverse specie di roditori, tra cui il topo e il ratto di Norvegia. Questo ha portato gli scienziati a ipotizzare che il virus abbia infettato gli antenati di queste specie almeno 20 milioni di anni fa. La natura antica di questa malattia "solleva la questione se Ebola sia passato" dagli animali all'uomo ben prima del 1976, dice Kazanjian.

In uno studio, pubblicato anche sul 'Washington Post', lo scienziato suggerisce che il virus Ebola possa aver scatenato la peste di Atene del 430 aC, la cui causa è stata a lungo oggetto di congetture. A descrivere in modo dettagliato l'epidemia fu lo storico Tucidide, egli stesso sopravvissuto alla 'pestilenza'.

"L'epidemia di Atene ha affascinato i ricercatori per un lungo periodo di tempo", commenta William Schaffner, docente di malattie infettive presso il Vanderbilt University Medical Center di Nashville. Ma come si manifestava la malattia che colpì Atene? Detta anche sindrome di Tucidide, iniziava con un brusco rialzo della temperatura, mal di testa, affaticamento e dolore a stomaco e arti, accompagnato da un vomito violento. Chi sopravviveva 7 giorni sperimentava anche una pesante diarrea. Fra gli altri sintomi, singhiozzi e sanguinamento dalla bocca, mentre alcuni pazienti lamentavano convulsioni, confusione, eruzioni cutanee, pustole, ulcere e persino la perdita di dita delle mani e dei piedi, probabilmente a causa di cancrena.

Tucidide ha osservato che le persone erano così disidratate che alcune venivano immerse nei pozzi per soddisfare la loro sete incessante. La morte arrivava dopo 7-9 giorni. "La vivida descrizione di Tucidide permette agli storici e ai medici moderni di interrogarsi sulla causa di epidemie precedenti e sulle radici storiche di quelle che conosciamo oggi", dice Kazanjian. La malattia ateniese ebbe origine a Sud dell'Egitto, in una regione chiamata da Tucidide 'Etiopia', termine che gli antichi greci usavano per riferirsi alle regioni dell'Africa sub-sahariana dove si sono verificati i moderni focolai di Ebola, dice Kazanjian. Nel mondo antico, le popolazioni sub-sahariane arrivarono in Grecia per lavorare come agricoltori o schiavi, costituendo così un potenziale vettore umano di Ebola.

Secondo Kazanjian, sintomi, tassi di mortalità e origine della 'peste di Atene' sono coerenti con il virus Ebola. Non è un caso che i medici siano stati tra le prime vittime della malattia ateniese nel racconto di Tucidide, proprio come moderni operatori sanitari sono stati duramente colpiti da Ebola. "Malattie come Ebola, che a volte finiscono fra le patologie nuove o emergenti, possono in realtà essere molto più vecchie di quanto pensiamo", dice Kazanjian.

Negli anni gli studiosi hanno chiamato in causa per la 'peste di Atene' tifo, vaiolo, morbillo, antrace, peste bubbonica e sindrome da shock tossico. Ma per Kazanjian nessun'altra malattia corrisponde alle caratteristiche viste ad Atene. Tuttavia, conclude, "il mio studio non consente di rispondere a questa domanda in modo definitivo".

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