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Expo: telefonino-mania a tavola per 1 adolescente su 3, rischio disturbi

14 settembre 2015 | 17.22
LETTURA: 4 minuti

Photo:Kay Nietfeld - Infophoto - INFOPHOTO
Photo:Kay Nietfeld - Infophoto - INFOPHOTO

A tavola davanti al piatto fumante, ma con lo sguardo e la testa sul monitor dello smartphone impegnati a chattare o a navigare sul web. E' un fenomeno sempre più diffuso anche tra gli adolescenti italiani: si stima che 1 su 3 non riesca a fare a meno del cellulare o della consolle quando mangia. "Ormai è talmente diffuso che non ci sorprende più vedere, al ristorante o quando siamo ospiti, famiglie in silenzio con genitori e figli alle distratti dal cellulare. Studi internazionali stimano che 1 adolescente su 3 ha questa abitudine e, purtroppo, la statistica è in crescita. Questi comportamenti mettono a rischio la salute dei giovani e aprono la strada ai disturbi alimentati". A spiegarlo all'Adnkronos Salute è Guido Orsi dell'Ordine degli psicologi del Lazio.

Orsi è relatore dell'evento 'Nuove tecnologie e rischi di disturbi dell'alimentazione', promosso oggi dal ministero della Salute all'Expo di Milano. "I dispositivo portatili (dal cellulare alle consolle per videogiochi) - spiega Orsi - inducono un abbassamento della consapevolezza di cosa e quanto si mangia. Spesso i giovani sono talmente immersi e dipendenti dal mondo digitale che si dimenticano di ciò che c'è nel piatto o consumano 'junk food' a ripetizione. Ecco che aumenta il rischio dell'obesità e dei disordini alimentari".

Per informare gli adolescenti sui rischi correlati a uno scorretto utilizzo dei dispositivi digitali, a scuola o a casa, l'Ordine degli psicologi del Lazio e il ministero della Salute hanno siglato un accordo per far partire da quest'anno uno studio che coinvolgerà alcuni istituti scolastici della Regione Lazio per valutare l'impatto di questo fenomeno. "I risultati dovrebbero essere disponibili a luglio 2016", afferma Orsi.

Ma quali sono i sintomi della dipendenza degli adolescenti dalle nuove tecnologie? "Nel ragazzo c'è un continua necessità di stare sempre in rete - risponde Orsi - se non ci riesce, diventa nervoso e aggressivo fino a quando non trova il modo di collegarsi al web. Inoltre molti perdono la cognizione del tempo durante le ore passate davanti ai videogiochi e questa condizione può avere effetti sull'appetito, modificando la sensazione di fame o sete. Inoltre può subentrare, se il giovane è ad esempio alle prese con il finale di un videogioco, la fame emotiva - aggiunge che porta a consumare la prima cosa che capita. Spesso non è cibo salutare ma 'junk food'. Se il fenomeno si ripete, dura a lungo e diventa un'abitudine ecco che l'alimentazione e il benessere del ragazzo ne risentono".

Se a prima vista i genitori e gli insegnati possono sembrare 'disarmati' di fronte a questo fenomeno della dipendenza dei ragazzi dagli strumenti tecnologici, secondo lo psicologo ci sono alcune 'armi' che possono frenare l'invadenza di smartphone, tablet e consolle: "Mettere un freno e, secondo la mia opinione, vietarne l'uso a scuola - avverte Orsi - A fronte di questo giro di vite che può apparire drastico, occorre anche spiegare ai giovani, come abbiamo fatto oggi, a cosa vanno incontro quando rimango attaccati ai display per ore: cala il rendimento scolastico e l'attenzione necessaria per studiare. Loro ci ascoltano e sono sempre interessati a capire".

Qualche colpa però ce l'hanno anche i genitori: "Per molti il cellulare, il tablet e la consolle sono un toccasana - osserva Orsi - perché il genitore si sente disimpegnato dal proprio ruolo, che viene delegato allo strumento 'hi tech', ma non capisce che ciò fa del male al rapporto con il figlio, che si rifugia nella comunicazione virtuale sui social, con tutte le conseguenze negative che questo può comportare".

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