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Da ricerca made in Puglia in arrivo pomodori e pasta 'nickel-free'

07 ottobre 2015 | 16.22
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Fresh tomatoes,14 March 2015 - Infophoto - INFOPHOTO
Fresh tomatoes,14 March 2015 - Infophoto - INFOPHOTO

L'allergia al nickel colpisce il 10-15% delle popolazione con punte fino al 28% tra le donne, può rendere la vita davvero complicata, tra privazioni a tavola e costante attenzione agli oggetti utilizzati. Il nickel, infatti, è un metallo altamente resistente all'aria e all'acqua. È presente nel suolo, nell'acqua, nei substrati vegetali in concentrazioni che variano a seconda del terreno, del grado di inquinamento industriale, dei pesticidi o fertilizzanti utilizzati. Oggi una speranza arriva da uno studio 'made in Puglia' che ha messo a punto grazie ad una sperimentazione esclusiva pomodori e pasta 'nickel-free'.

Il progetto, di fatto, è già partito con la positiva esperienza portata dai pazienti con storia documentata di sindrome sistemica da nickel che, volontariamente, hanno deciso di sostenere, con piena soddisfazione e senza alcun esito collaterale, la prova della passata di pomodoro 'nickel-free'. E dopo il pomodoro e la pasta che, nei prossimi mesi, potranno essere prodotti in larga scala e commercializzati, si passerà ben presto alla produzione controllata di pomodoro fresco, di alcuni ortofrutticoli freschi di IV gamma e di pasta prodotta con farine derivanti da grani selezionati anche a basso contenuto di glutine.

A realizzare il progetto, che ha focalizzato l'attenzione sul grano e sul pomodoro, alimenti - soprattutto quest’ultimo - ad elevata concentrazione di nickel, è stato un gruppo di lavoro (già in precedenza insediatosi presso la Asl di Lecce) formato dai ricercatori del dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti dell'Università 'A. Moro' di Bari, dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari-Cnr e del dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell'Università del Salento.

L'allergia al nickel si può manifestare come dermatite allergica da contatto (Dac) o attraverso un’altra forma patologica definita, già nel 2006, Sindrome sistemica da allergia al nickel (Snas), caratterizzata da disturbi generalizzati a carico di organi e apparati differenti, che possono presentarsi isolatamente o in varia associazione tra di loro. Questi disturbi possono interessare il sistema gastrointestinale (vomito, diarrea o stipsi, gonfiore addominale), il sistema respiratorio (asma o rinite), il sistema neurologico (cefalee o disturbi neuroastenici). La cura principale, al momento, consiste solo nell'evitare alimenti e oggetti contenenti nickel. Ecco perché la lista dei cibi concessi è estremamente limitata.

Dopo la messa a punto di pratiche agronomiche per la produzione in campo accuratamente vagliate a partire dall’analisi dei terreni di coltura, gli scienziati sono giunti alla produzione di pomodoro contenente una quantità di nickel compresa tra 0,25 e 0,40 mg/kg di sostanza secca (ss), irrisoria se confrontata con le concentrazioni di metallo attribuite al pomodoro fresco e ordinariamente stimate a più di 1 mg/Kg di alimento, con oscillazioni in eccesso anche significative variabili in funzione dei terreni di provenienza e delle pratiche di coltivazione (concimazioni o trattamenti antiparassitari).

Sono state scelte 5 varietà di piante, coltivate utilizzando fertilizzanti inorganici ed antiparassitari a basso contenuto di metallo. La passata di pomodoro, successivamente prodotta, è risultata con una concentrazione di nichel compresa tra 0,38 e 0,69 mg/kg s.s. (le passate di pomodoro in commercio solitamente contengono nickel in concentrazioni ben superiori a 1 mg/Kg di prodotto). Stesso procedimento è stato seguito per il grano, risultato alla fine con una concentrazione di nickel compresa tra 0,14 e 1,21 mg/kg ss.

I prodotti derivati da tali procedimento, quindi, ben lungi dall’essere frutto di tecniche di manipolazione, non presentano alcuna modifica genetica, ma sono stati ottenuti, dopo aver accuratamente selezionato cultivar a bassa capacità estrattiva (di metallo dal suolo), mediante l’applicazione di tecniche agronomiche che hanno tenuto conto del quantitativo di nickel nel terreno ma anche nei fertilizzanti e negli eventuali antiparassitari. Ottenute le produzioni, sono stati avviati gli studi clinici in vitro e in vivo per valutare la tollerabilità degli alimenti low-nickel su pazienti affetti da Sindrome sistemica da allergia al nickel (Snas).

La salsa a basso contenuto di nickel essiccata e una normale salsa commerciale sono state utilizzate come substrati per effettuare test di stimolazione in provetta sulla componente immunitaria circolante (cellule della frazione mononucleata) nel sangue prelevato dai pazienti volontari. I risultati preliminari hanno mostrato, durante la stimolazione con la salsa nickel-free, una tendenziale diminuzione della produzione di mediatori dell’infiammazione (IL-6) da parte delle cellule mononucleate circolanti, cosa che, invece, non è avvenuta con la salsa tradizionale.

Per studiare gli effetti degli alimenti funzionali direttamente sui pazienti, è in corso il monitoraggio del quadro clinico di un ampio gruppo di soggetti volontari, provenienti da aree territoriali diverse, che hanno utilizzato salsa di pomodoro a basso contenuto di nickel senza avere, al momento, manifestato alcun disturbo di quelli classicamente riferibili alla Snas.

"L'obiettivo del progetto – spiega Mauro Minelli, primo ideatore del progetto – oltre a quello di rendere disponibili sul mercato alimenti 'nickel-free' sicuri ed affidabili, come d’altro canto avviene per quelli senza glutine, è definire, nella complessità che lo caratterizza dal punto di vista eziologico, patogenetico, clinico e gestionale, il quadro sintomatologico (piuttosto composito e variegato) di una sindrome in forte progressione epidemiologica".

La complessità del quadro clinico - aggiunge Minelli - unitamente alla difficile gestione nutrizionale, implica che non può essere un solo specialista a gestire questa patologia, che potrà, invece, essere efficacemente affrontata e risolta solo grazie al lavoro integrato di una équipe esperta composta da competenze diverse tra loro connesse e sintonizzate".

"Dalle applicazioni del Gruppo di studio - conclude l'esperto - è anche emersa la necessità di valutare, con la necessaria compartecipazione al progetto di Specialisti in Endocrinologia e Malattie Metaboliche, la possibile interferenza endocrina del nickel, considerando l’incidenza particolarmente significativa di disfunzioni tiroidee e pancreatiche nei pazienti con storia evoluta di Snas".

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