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Ricerca: zanzare Ogm per sconfiggere malaria, maschi rendono femmine sterili

07 dicembre 2015 | 19.02
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(Infophoto)
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Zanzare geneticamente modificate per combattere la malaria. Sembra una contraddizione, ma per la prima volta questi insetti sono stati modificati e trasformati in un'arma contro la malattia. I maschi Ogm fanno diventare sterili le femmine e sono in grado di trasmettere questo tratto alle generazioni future. In pratica, è la prima volta che le modifiche del Dna diventano trasmissibili a un'intera specie, aumentando così la possibilità di ridurre la diffusione della malaria.

La zanzara Anopheles gambiae - protagonista della ricerca - è un importante vettore del parassita della malaria, che infetta oltre 200 milioni di persone ogni anno e provoca più di 430 mila morti. Ora un team di ricercatori guidato da studiosi dell'Imperial College di Londra, fra cui l'italiano Andrea Crisanti, ha geneticamente modificato i maschi di Anopheles gambiae, in modo da renderli portatori di un gene che interrompe la produzione delle uova nelle femmine. L'eccezionale ricerca è descritta in uno studio su 'Nature Biotechnology'.

"In pratica, i maschi - spiega all'AdnKronos Salute Crisanti, professore di parassitologia molecolare dell'Imperial College - si trasformano in una sorta di cavallo di Troia: trasmettono alle femmine delle generazioni successive la 'sterilità'". Gli scienziati hanno usato una tecnologia chiamata 'gene drive' per assicurare questa trasmissione accelerata alla prole del gene modificato nel corso del tempo. "Nel giro di pochi anni, questo potrebbe drasticamente ridurre o eliminare le popolazioni locali della specie di zanzara portatrice della malaria", dice lo studioso.

Normalmente, ogni variante del gene ha una probabilità del 50% di essere tramandata dai genitori ai figli. Negli esperimenti del team con Anopheles gambiae, il gene per l'infertilità è stato trasmesso a oltre il 90% della prole, sia agli esemplari maschi che alle femmine. La tecnica utilizza geni recessivi, in modo che molte zanzare erediteranno una sola copia del gene. Ma ne servono due per causare sterilità, il che significa che le zanzare con una sola copia diventano portatrici, e possono diffondere il gene nella popolazione di insetti.

Questa è la prima volta che la tecnica è stata testata e si è rivelata efficace nelle Anopheles gambiae. "Stiamo combattendo la malaria da più di 100 anni - ricorda Crisanti - In caso di successo, questa tecnologia ha il potenziale per ridurre sostanzialmente la trasmissione della malaria". "Come per ogni nuova tecnologia, però, ci sono molti passi da fare ora. Dobbiamo fare delle verifiche e garantire la sicurezza di questo approccio. E serviranno almeno 10 anni prima che questa tecnica possa diventare un intervento operativo", evidenzia Austin Burt dell'Imperial College di Londra.

Ma gli scienziati sono ottimisti. "La nostra è una strategia nuova, che opera un taglio molto selettivo. Certo, dobbiamo condurre esperimenti mirati per soddisfare le esigenze di sicurezza ambientale e per la salute umana. Ma questo 'attacco alla specie' è innovativo e promettente", afferma Crisanti.

Molte delle misure per controllare la malaria si basano sulla riduzione delle popolazioni di zanzare malariche, su insetticidi e zanzariere. Con problemi di costi, effetti tossici degli insetticidi, e la possibilità che si sviluppino resistenze ai medicinali. Una misura di controllo basata sulla diffusione genetica attraverso una popolazione target di zanzare della malaria potrebbe integrare questi interventi, senza pesare sul bilancio dei Paesi con risorse limitate.

"Ci sono circa 3.400 specie diverse di zanzare in tutto il mondo: la Anopheles gambiae è un importante vettore della malaria, ma è solo una delle circa 800 specie di zanzare in Africa; sopprimerla in alcune zone non dovrebbe avere un impatto significativo sull'ecosistema locale", interviene Tony Nolan del Dipartimento di Scienze della vita presso l'Imperial College, altro autore dello studio. Il team ha identificato tre geni chiave per la fertilità femminile, modificandoli con la tecnica CRISPR/Cas9 endonucleasi, una 'forbice' del Dna che può essere indirizzata a tagliare parti molto specifiche del codice genetico.

"In pratica, dopo il taglio il cromosoma rotto utilizza il cromosoma che porta la variante desiderata come uno strumento per riparare se stesso, copiando il codice del gene alterato", precisa Crisanti, secondo cui proprio la particolare tecnica usata - e la sua precisione - ridurrebbe la possibilità che le zanzare sviluppino resistenza alla modifica. "Ci auguriamo che altri studiosi utilizzeranno la nostra tecnica per capire come funziona con le zanzare, dandoci più munizioni nella lotta contro la malaria", afferma il primo autore del lavoro, Andrew Hammond. La ricerca è stata finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation. "C'è ancora del lavoro da fare - conclude Crisanti - ma oggi le zanzare ci fanno un po' meno paura".

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