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Pediatria: febbre 'misteriosa' in 1 caso su 5, a Milano centro dedicato

18 gennaio 2016 | 15.04
LETTURA: 4 minuti

A Milano un centro contro le febbri misteriose dei bimbi (Fotogramma)
A Milano un centro contro le febbri misteriose dei bimbi (Fotogramma)

Milano in prima linea contro le febbri 'misteriose' dei bimbi. Benché nella maggior parte dei casi l'aumento della temperatura sia legato a una causa facilmente riconoscibile, come le infezioni respiratorie o intestinali, secondo uno condotto dal Policlinico del capoluogo lombardo in un caso su 5 (20%) la febbre dei piccoli resta senza apparente spiegazione , anche dopo un'accurata anamnesi e un'attenta valutazione dei dati obiettivi. Casi complessi che richiedono un intervento tempestivo, perché febbri periodiche o ricorrenti possono anche essere la spia di malattie autoinfiammatorie o autoimmuni. Per indagare sul fenomeno è attivo presso l'Irccs meneghino un centro dedicato.

"La febbre è un sintomo molto frequente in pediatria soprattutto nei primi mesi e nei primi anni di vita, quando le malattie infettive ne rappresentano la causa preponderante - sottolinea Susanna Esposito, direttore dell'Unità di Pediatria ad alta intensità di cura della Fondazione Policlinico-università degli Studi di Milano, e presidente Waidid, l'Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici - Quando però la febbre è periodica o ricorrente potrebbe essere la manifestazione di una patologia potenzialmente infausta" e la diagnosi "deve essere condotta nel modo più tempestivo e preciso possibile. A tal fine abbiamo attivato presso la nostra Unità il nuovo centro dedicato ai bambini affetti da Fuo", le febbri di origine sconosciuta. "Un ambulatorio specializzato nel trattamento dei soggetti a rischio o che necessitano un iter diagnostico-terapeutico complesso".

I casi di febbre di origine sconosciuta sono più difficili da diagnosticare nei bimbi di età inferiore ai 3 anni, soprattutto quando non ci sono sintomi o reazioni evidenti o quando, come avviene in presenza di malattie autoinfiammatorie associate a febbre periodica, si assiste a un completo benessere del bambino nei periodi che intercorrono tra un episodio febbrile e l'altro. "Una tempestiva diagnosi dei casi di Fuo - precisa Esposito - è fondamentale per individuare la terapia più adeguata e per evitare ciò che era la regola fino ad un decennio fa, quando un piccolo paziente veniva sottoposto a una lunga serie di esami e immediatamente trattato con antibiotici, con il risultato di un iter diagnostico-terapeutico complesso e pesante per bambini e genitori".

Evidenze scientifiche recenti - si legge in una nota di Waidid - hanno dimostrato che la Fuo può essere il sintomo anche di patologie rare a eziopatogenesi non completamente nota, tra cui la malattia di Kawasaki, una vasculite acuta sistemica che colpisce i vasi di medio e piccolo calibro di tutti i distretti dell'organismo, autolimitante e probabilmente multifattoriale.

Malattia rara che nell'80% dei casi colpisce neonati e bambini di età inferiore ai 5 anni, con una lieve preponderanza per il sesso maschile, la malattia di Kawasaki è caratterizzata da febbre per oltre 5 giorni, associata a 4 o più dei seguenti segni o criteri clinici: iperemia congiuntivale bilaterale non secretiva, alterazioni delle labbra e della mucosa orale, anomalie delle estremità, rash cutaneo polimorfo e linfoadenopatia cervicale acuta non purulenta. Nelle forme complete, però, i segni clinici caratteristici compaiono in successione nell'arco di 1-2 settimane e pertanto all'esordio è spesso difficile sospettare la malattia.

La complicanza più temibile è rappresentata dagli aneurismi coronarici, la cui incidenza viene ridotta dal 15-25% a meno del 5% quando i pazienti sono trattati con immunoglobuline entro il decimo giorno dall'esordio della febbre. La durata della malattia oscilla fra le 4 settimane e i 3 mesi, ma a causa delle complicazioni vascolari potrebbe essere necessario monitorare le condizioni cardiache del paziente anche negli anni a seguire.

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