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Pediatria

Adozioni gay, dal pediatra allo psicoterapeuta: "Non mischiare ideologia e scienza"

04 febbraio 2016 | 16.52
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(Xinhua)
(Xinhua)

Non si placa il dibattito sulle adozioni gay. "Non mischiamo ideologia e scienza" è l'invito di Maurizio Tucci di Laboratorio adolescenza, Fulvio Scaparro, psicoterapeuta dell'infanzia e dell'adolescenza e fondatore Associazione Gea - Genitori Ancora, Piernicola Garofalo, presidente Società italiana di medicina dell'adolescenza, Gianni Bona, direttore del dipartimento per la Salute della donna e del bambino dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Novara, Cinzia Marroccoli, presidente Telefono Donna Potenza, Alessandra Marazzani di Psichemilano e Andrea Vania, pediatra, past president European Childhood Obesity Group (Ecog) in una nota.

"Il tema delle adozioni da parte di coppie omosessuali è di tale importanza che dovrebbe suggerire a ciascuno, quando ritiene di voler dire qualcosa in proposito, una grandissima cautela e alcune semplici regole comportamentali: la prima - affermano gli esperti - è distinguere nettamente posizioni personali generate da proprie convinzioni etiche e morali che - condivisibili o non condivisibili - vanno comunque rispettate, da dichiarazioni a nome o per conto anche di altri. La seconda è che si sia estremamente rigorosi e cauti quando si invocano evidenze scientifiche e che, quanto meno, si abbia l'accortezza di citarne esplicitamente la fonte".

Sul tema specifico, "non sembrano esserci in letteratura evidenze scientifiche dalle quali emerga che una famiglia adottiva omosessuale possa - in quanto tale - procurare situazioni di disagio a un bambino. Chi ne fa riferimento darebbe un prezioso contributo al dibattito se fornisse gli estremi per consentire a tutti di prenderne visione".

"Al contrario, le poche evidenze disponibili - come quella della American Academy of Pediatrics, (citata anche dalla senatrice a vita Elena Cattaneo) indicherebbero che non c'è evidenza che dimostri che una famiglia gay possa influire negativamente sullo sviluppo psicofisico di un bambino. Ciò posto, e cercando di evitare di mischiare ideologia e scienza - proseguono gli esperti - dovremmo, con razionale buonsenso, essere consapevoli che una adozione (sia che riguardi il figlio naturale del partner, sia un'adozione ordinaria) è un passo impegnativo che deve tutelare innanzitutto i diritti dell'adottato, piuttosto che dell'adottante, e che pertanto bisogna fare estrema attenzione nel considerare se una famiglia adottante (omo o etero che sia) abbia le caratteristiche per garantire al bambino un ambiente sano, stabile e affettivamente adeguato".

E' evidente "che ci saranno tante famiglie omosessuali che non potranno garantire questo, come ci sono tante famiglie etero che ugualmente non lo possono garantire. Ogni caso dovrà essere valutato a sé stante, ma mai partendo da una pregiudiziale di genere. Se per una volta - e su un tema così delicato - riuscissimo a sottrarci alla tentazione nostrana di essere per forza guelfi o ghibellini daremmo un importantissimo segnale di civiltà e faremmo davvero qualcosa di concreto a favore dell'infanzia e dell'adolescenza".

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