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Medicina

Diagnosi infarto in 1 ora con nuovo test

09 febbraio 2016 | 12.58
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E' risaputo che, in caso di infarto, una diagnosi veloce e affidabile costituisce un elemento critico poiché ogni ora che passa dall'insorgenza dei sintomi all'inizio della terapia incrementa il rischio di mortalità. In Italia si stima che in un anno oltre 135.000 persone siano state colpite da eventi coronarici e che, di questi, 45.000 siano stati eventi fatali. Un test a elevata sensibilità può ridurre il tempo di osservazione necessario per diagnosticare o escludere un infarto da 3-6 ore a solo un'ora. I risultati dello studio clinico Trapid-Ami1, pubblicati online sulla rivista 'Annals of Emergency Medicine', confermano un nuovo approccio per una diagnosi più rapida di infarto nei pazienti con dolore toracico acuto.

Proprio dall'Italia è arrivato un significativo contributo allo svolgimento del trial, in cui sono stati coinvolti l'azienda ospedaliero-universitaria di Padova e l'azienda ospedaliera-polo universitario Luigi Sacco di Milano. "Lo studio - commenta Mario Plebani, direttore del Dipartimento strutturale Medicina di laboratorio dell'Aou di Padova - riveste notevole importanza sia per la diagnosi di esclusione che di rapido riconoscimento dell'infarto miocardico acuto. Disporre di un marcatore biochimico come la troponina T hs, in grado di escludere precocemente tale patologia, permette l'identificazione di eventuali diagnosi alternative, la rassicurazione dei pazienti e la dimissione in sicurezza".

"Per il Pronto soccorso - sottolinea ancora l'esperto - l'algoritmo a un'ora permette la riduzione dei tempi di attesa e di ricovero e uno snellimento dei percorsi di cura. Nei casi di positività permette di iniziare più tempestivamente la terapia medica o l'angioplastica coronarica e assicurare migliori esiti di salute",

La troponina è una proteina del muscolo cardiaco rilasciata nel circolo ematico durante un infarto miocardico. Una limitazione che presentavano le prime generazioni dei metodi su sangue disponibili era il tempo richiesto per rilevare il rilascio di troponina: a volte fino a 6 ore, nel caso di metodi a più bassa sensibilità.

"L'introduzione dei metodi a elevata sensibilità analitica - aggiunge Mauro Panteghini, direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio del Sacco e della Cattedra di Biochimica clinica dell'università degli Studi di Milano - ha cambiato il paradigma di gestione dell'infarto miocardico acuto. Con i metodi dotati di più elevata sensibilità, come quello Roche Troponina T hs, analiticamente e clinicamente opportunamente validati, il biomarcatore può essere convenientemente utilizzato per anticipare la diagnosi anche in soggetti che si presentano con dolore toracico a insorgenza precoce (come nello studio Trapid-Ami). Inoltre, i dati in letteratura evidenziano che questa caratteristica di elevata sensibilità analitica può fare del marcatore anche un valido strumento prognostico per l'identificazione dei pazienti più a rischio di eventi cardiaci futuri".

Un rapido approccio diagnostico è stato recentemente raccomandato dalle nuove linee guida della Società europea di cardiologia, che suggeriscono l'impiego dell'algoritmo diagnostico a un'ora per metodi per i quali tale algoritmo sia clinicamente validato, come nel caso della troponina T ad alta sensibilità attraverso lo studio Trapid-Ami5.

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