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200mila italiani con diabete 1, come riconoscerlo nei bimbi

21 marzo 2016 | 18.34
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Tanta pipì? Tanta sete? Anche i bambini possono avere il diabete. Parlane con il tuo pediatra". Questo il claim di una campagna nazionale di sensibilizzazione sul diabete infantile e sulla chetoacidosi, la complicanza più diffusa della 'malattia del sangue dolce' tra gli under 6. L'iniziativa, promossa dalla Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp), è stata presentata a Milano e prevede la distribuzione di materiale informativo, poster e locandine negli studi di 10mila pediatri e nelle scuole di tutta la Penisola. Sarà realizzato anche un video girato per Pubblicità Progresso, con protagonista il duo comico Ale & Franz, testimonial della campagna. Nel nostro Paese si calcolano circa 200mila persone con diabete di tipo 1, la forma giovanile, molte delle quali hanno manifestato i primi sintomi da bambini. Il 10% dei pazienti è under 18.

"Prevenire la patologia è fondamentale per la salute dei piccoli. I primi sintomi che possono far capire ai genitori che il proprio bambino potrebbe avere il diabete sono sete e pipì eccessiva - spiega Franco Cerutti, presidente Siedp - Un terzo segnale importante è il dimagrimento". Il diabete, raccomandano gli esperti, va diagnosticato e trattato subito per evitare una rischiosa complicanza chiamata chetoacidosi diabetica (DKA), che nella fase più grave può portare a edema cerebrale con conseguenze neurologiche importanti, fino al decesso.

Una recente ricerca condotta dal gruppo di studio Diabete della Siedp ha segnalato che, dei 14.493 bambini e adolescenti seguiti dai Centri di diabetologia Pediatrica, 2.453 hanno presentato esordio di malattia nel biennio 2012- 2013. Tra questi, circa il 38,5% è stato ricoverato in chetoacidosi diabetica, il 10,3% con una forma grave. La frequenza di chetoacidosi diabetica sale al 72% considerando i bimbi di età prescolare, tra i quali la forma grave interessa il 16,6%. Lo studio, coordinato da Ivana Rabbone, dirigente medico dell'ospedale infantile Regina Margherita Torino, ha coinvolto 68 Centri di diabetologia pediatrica: 34 al Nord, 11 al Centro e 23 al Sud. La chetoacidosi diabetica è gravata da un tasso di mortalità dello 0,15-0,30%, ma quando compare l'edema cerebrale il rischio di decesso può aumentare significativamente.

"Il costante impegno delle istituzioni scolastiche e sanitarie, associazioni di pazienti, dei medici e paramedici e delle associazioni scientifiche - afferma Andrea Scaramuzza, responsabile del Servizio di diabetologia dell'ospedale Sacco di Milano - diventa importante e fondamentale per prevenire il diabete mellito di tipo 1 e la chetoacidosi in età pediatrica. L'obiettivo della campagna è abbattere il più possibile questa emergenza clinica".

Il diabete di tipo 1 si manifesta prevalentemente nell'infanzia e adolescenza, evidenziano gli specialisti. In Italia ha un tasso di incidenza variabile: da 6-7 casi a 40 per 100mila bambini da 0 a 14 anni, a seconda delle regioni.

La campagna è organizzata dalla Siedp con la collaborazione di Agd Italia (Coordinamento tra le Associazioni italiane giovani con diabete), Fdg (Federazione nazionale diabete giovanile), Ispad (International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes) e Sip (Società Italiana di Pediatria), con il contributo non condizionante di Bayer.

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