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Melanomi diversi fin nel Dna, in Italia 11mila nuovi casi l'anno

11 luglio 2016 | 18.26
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Dietro un aspetto simile, 'differenze che contano'. I melanomi non sono tutti uguali, hanno caratteristiche specifiche che li rendono diversi fin nel Dna e possono richiedere percorsi differenti dalla diagnosi alla terapia. E' il messaggio che gli specialisti di questa neoplasia dall'incidenza in continua crescita - raddoppiata negli ultimi 10 anni - lanciano ai pazienti e ai loro familiari. Con l'obiettivo di fornire tutte le informazioni utili per una migliore gestione della malattia, oggi partono una serie di incontri - dal titolo 'Melanomi. Le differenze che contano' - nei principali centri ospedalieri di 6 città italiane: Genova, Napoli, Palermo, Bologna, Roma e Milano.

Il progetto è promosso da Novartis, in collaborazione con gli ospedali coinvolti e le associazioni Aimame e Mio. Sono previste sessioni di confronto tra medici e pazienti durante le quali gli specialisti affronteranno molti aspetti legati alla malattia, dagli approcci terapeutici agli stili di vita, con ampio spazio per le domande. Il primo appuntamento è a Genova, oggi nell'Irccs Azienda ospedaliera universitaria San Martino, con il patrocinio di Imi-Intergruppo melanoma italiano. E dopo i 6 'faccia a faccia' previsti, verrà realizzata anche un'App del progetto Melanomi, contenente alcune delle principali informazioni emerse durante gli incontri su alimentazione, stile di vita e stati d'animo, veicolate attraverso degli 'info-game'. L'App metterà inoltre a disposizione 'tools' per la gestione della patologia, come gli alert per l'assunzione della terapia e per le visite specialistiche.

I melanomi in Italia viaggiano al ritmo di circa 11 mila nuovi casi l'anno. Negli ultimi anni, grazie ai progressi della ricerca scientifica, sono migliorate le conoscenze sulle diverse tipologie di questo tumore maligno della pelle.

Oggi, spiegano gli esperti, è possibile caratterizzare la malattia a livello molecolare, del Dna. Sono state identificate le mutazioni genetiche più frequenti che ne regolano la crescita cellulare, come ad esempio la mutazione a carico del gene Braf, che riguarda circa il 50% dei melanomi e implica un trattamento a bersaglio molecolare diretto alla mutazione specifica. "Se finora la chemioterapia era considerata il trattamento standard nei pazienti con melanoma metastatico, oggi possiamo contare su un approccio farmacologico e multidisciplinare alternativo che tenga conto delle mutazioni genetiche e delle maggiori informazioni disponibili", precisa Paola Queirolo, presidente Imi e coordinatore Disease Management Team Melanoma e tumori cutanei Irccs San Martino, Ist Genova.

Un approccio, prosegue, "che dimostra una maggiore efficacia specialmente in quei casi in cui la diagnosi è precoce e il paziente contribuisce nella riduzione dei fattori di rischio. Ciò comporta un allungamento della sopravvivenza mediana e, allo stesso tempo, un miglioramento della qualità di vita". Le necessità informative dei pazienti sono molte e le occasioni di confronto con i medici, come l'attività delle associazioni pazienti (Melanoma Italia onlus e Aimame), possono essere d'aiuto.

Gli incontri del progetto 'Melanomi: le differenze che contano' sono pensati con una modalità interattiva e prevedono anche l'intervento di uno Street artist che, attraverso la sua opera, riassumerà graficamente i principali temi emersi. "L'intento è coinvolgere i nostri pazienti veicolando il messaggio che i melanomi non sono tutti uguali e che, anche se presentano un aspetto simile, possono, in base alle specifiche caratteristiche, avere un percorso differente sia di diagnosi sia di terapia e di follow up".

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