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Virus più cattivi di mattina, rischi con turni di notte e jet lag

16 agosto 2016 | 16.29
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(foto: Fotogramma)
(foto: Fotogramma)

Il mattino ha l'oro in bocca, dice il proverbio. E il detto sembra valere anche per i virus, che proprio nelle prime ore del giorno appaiono più efficienti e quindi più cattivi. E' quanto emerge da uno studio inglese pubblicato su 'Pnas', condotto sui topi da un gruppo di scienziati dell'università di Cambridge. La ricerca indica che i virus hanno una probabilità 10 volte superiore di innescare un'infezione quando colpiscono di mattina. Non solo: avere l'orologio biologico 'sfasato', per esempio da una professione che comporta turni di notte oppure dal jet lag successivo a un lungo viaggio, renderebbe più vulnerabili alle malattie virali.

Secondo i ricercatori, questi elementi potrebbero risultare utili a contenere gli effetti di future pandemie e offrire indicazioni sulle strategie preventive più efficaci. Per esempio, sottolinea Rachel Edgar, prima autrice del lavoro, "i turnisti di notte potrebbero essere inseriti fra le categorie alle quali somministrare il vaccino antinfluenzale in via prioritaria".

Nello studio i roditori sono stati esposti solo a 2 virus - influenza e herpes - ma siccome si tratta di 2 germi molto diversi tra loro (uno è un virus a Dna e l'altro a Rna), gli scienziati ritengono che le osservazioni raccolte possano valere per un'ampia gamma di agenti virali.

A differenza di batteri e parassiti - spiegano gli studiosi - per potersi replicare, proliferando e scatenando una malattia, i virus sono totalmente dipendenti dall'attrezzatura delle cellule dell'organismo ospite. In altre parole devono 'dirottarne' le macchine, assoggettandole al proprio servizio. Ma poiché durante le 24 ore le funzioni cellulari sono regolate da un orologio biologico interno, a seconda di quando il virus colpisce la sua invasione avrà più o meno successo. E se l'attacco virale viene sferrato troppo tardi nella giornata, ha più possibilità di fallire perché è come se si cercasse di colpire una fabbrica dopo che gli operai sono già tornati a casa.

Mattina o pomeriggio-sera "fa una grande differenza", dichiara alla Bbc online Akhilesh Reddy del team di ricerca. "I virus hanno bisogno di tutto l'apparato cellulare" della loro 'vittima' e "hanno la necessità che questo funzioni al meglio". E gli esperimenti sugli animali mostrano che "di mattina anche una piccola infezione può prendere piede più velocemente e colonizzare l'organismo" bersaglio.

Attraverso ulteriori test sui topi l'équipe britannica ha cercato poi di approfondire i legami fra rischio di infezione virale e orologio biologico, evidenziando in particolare il ruolo scudo di un gene chiamato Bmal1. Sia nei roditori sia negli uomini Bmal1 ha il suo picco massimo di attività nel pomeriggio, e ciò giustificherebbe una maggiore suscettibilità alle infezioni di mattina. Nelle persone lo stesso gene diventa meno attivo d'inverno, e anche questo spiegherebbe perché ci si ammala di più durante la stagione fredda.

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