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Volkswagen, personalità delle rocce e topi in pantalone, i 10 IgNobel 2016

23 settembre 2016 | 15.11
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'The Stinker', la mascotte ufficiale degli IgNobel Prize
'The Stinker', la mascotte ufficiale degli IgNobel Prize

Vi siete mai chiesti se il tessuto del pantalone indossato da un topo possa influenzarne l'attività sessuale? Anche se forse in pochi sentivano l'urgenza di una risposta, ce l'ha voluta dare l'urologo egiziano Ahmed Shafik, morto nel 2007 ma vincitore di un prestigioso riconoscimento postumo: l'IgNobel 2016 per la Riproduzione. In buona compagnia tra i 10 premiati ieri all'università americana di Harvard, durante l'annuale cerimonia per il conferimento degli 'anti-Nobel', assegnati dalla rivista scientifica umoristica 'Annals of Improbable Research' agli studi più strampalati.

E se l'IgNobel per l'Economia è andato al team anglo-neozelandese formato da Mark Avis, Sarah Forbes e Shelagh Ferguson per aver indagato sul valore di mercato della personalità delle rocce, ha il sapore della ironia più cinica il premio per la Chimica: se l'è conquistato il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen, protagonista negli Usa del 'Dieselgate', "per avere risolto il problema delle eccessive emissioni inquinanti, producendo automaticamente ed elettromeccanicamente meno emissioni ogni volta che le sue macchine venivano testate".

Tanto sforzo per produrre perle scientifiche di tale portata è stato ricompensato con 10 trilioni di dollari. Dollari sì, ma dello Zimbabwe: circa 40 cent tradotti in valuta statunitense. Tornando ai topi, anzi ratti maschi, lo scienziato Shafik si è prima improvvisato stilista e sarto realizzando pantaloni murini con diverse composizioni (100% poliestere, 50-50% poliestere-cotone, 100% cotone e 100% lana). Quindi ha concluso che i roditori vestiti in poliestere mostravano un'attività sessuale "significativamente minore"; nessun effetto sulla frequenza dei rapporti sembravano invece produrre lana e cotone.

E poi ci sono le rocce: ora tutti sapranno che esiste la Roccia I "hippie, liberal e femminile, forse over 30 amante del bio"; quella G "ombrosa e glaciale come un ricco businessman di New York, rapido nel pensare e nel parlare, un pessimo amico"; quella H "modesta e con i piedi per terra come un operaio metalmeccanico". Così, almeno, le hanno descritte 225 studenti neozelandesi arruolati per visionare foto di sassi e attribuire loro una 'personalità di marca', scegliendo fra 42 tratti, 15 sfaccettature e 5 fattori in genere associati all'uomo.

L'IgNobel per la Psicologia ha visto invece trionfare un 'brain storming' intercontinentale: Evelyne Debey, Maarten De Schryver, Gordon Logan, Kristina Suchotzki e Bruno Verschueretask da Stati Uniti, Canada, Germania, Belgio e Paesi Bassi sono stati premiati per aver chiesto a 1.000 bugiardi quante volte hanno mentito e aver loro attribuito un punteggio per quanto bene lo avevano fatto. Risultato: le menzogne hanno un picco nell'adolescenza e si assestano su una media di 2 al giorno in età adulta, per poi calare negli anni. Questo, avvertono i ricercatori, assumendo che gli intervistati non abbiano mentito anche durante lo studio. Probabilità impossibile da escludere.

A imperitura memoria delle loro imprese i 2 scienziati vincitori dell'IgNobel per la Biologia, i britannici Thomas Thwaites e Charles Foster, sui loro studi hanno anche scritto un libro: 'Uomo Capra. Come mi sono preso una vacanza dall'essere umano' il primo, ed 'Essere una bestia' il secondo. E infatti Thwaites ha creato delle protesi per muoversi da capra in mezzo alle capre, si è infiltrato in una mandria nelle Alpi svizzere e ha trascorso 3 giorni a mangiare erba, belare e inciampare sulle rocce. Foster, invece, si è calato alternativamente nei panni di tasso, lontra, cervo, volpe e uccello. E solo per citarne qualche performance, da tasso ha mangiato vermi e fiutato arvicole, da volpe urbana ha rovistato fra i rifiuti e dormito nei giardini.

E, ancora, l'enigma del prurito è al centro dello studio che ha fruttato l'IgNobel per la Medicina ai tedeschi Christoph Helmchen, Carina Palzer, Thomas Münte, Silke Anders e Andreas Sprenger: hanno scoperto che quando prude una parte del corpo a sinistra si prova sollievo mettendosi allo specchio e grattando la parte destra, e viceversa. Sempre un esperimento fisico per i giapponesi Atszuki Higashiyama e Kohei Adachi, vincitori dell'IgNobel per la Percezione: hanno indagato su come le cose sembrano diverse piegandosi e osservandole attraverso le gambe.

Dedicati al mondo degli insetti i premi per la Fisica e la Letteratura. Il primo è andato a Gábor Horváth, Miklós Blahó, György Kriska, Ramón Hegedüs, Balázs Gerics, Róbert Farkas, Susanne Åkesson, Péter Malik e Hansruedi Wildermuth (Ungheria, Spagna, Svezia e Svizzera): hanno scoperto che i cavalli bianchi attraggono meno tafani e che le libellule sono fatalmente attirate dalle lapidi nere. Il secondo va invece allo svedese Fredrik Sjöberg, autore di una trilogia autobiografica sul piacere di collezionare mosche morte o ancora vive. Chiude la serie l'IgNobel per la Pace a Gordon Pennycook, James Allan Cheyne, Nathaniel Barr, Derek Koehler, and Jonathan Fugelsang (Canada e Usa): hanno sondato su un gruppo di studenti la capacità di riconoscere e rilevare le "stronzate pseudo-profonde".

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