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31 milioni di dollari alla scienza italiana. I 20 anni di Fondazione Armenise-Harvard

08 novembre 2016 | 19.35
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(Foto: Fotogramma)
(Foto: Fotogramma)

Sede americana e tricolore nel cuore. Getta un ponte fra due continenti la Fondazione Giovanni Armenise-Harvard, 20 anni dedicati a sostenere la ricerca di base, celebrati oggi a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. Se il quartier generale è a Boston - alla Harvard Medical School - la scienza italiana è al centro dei pensieri e degli investimenti di questa realtà no profit: per sostenerla la Fondazione Armenise-Harvard ha stanziato, dal 1996 (anno della sua nascita) a oggi, 31 milioni di dollari. Altri 60 mln sono andati ad Harvard e il risultato sono programmi di ricerca e collaborazioni sull'asse Italia-Usa, con un occhio di riguardo ai giovani cervelli che hanno bisogno di una spinta economica per entrare nella fase decisiva della loro carriera.

A loro è dedicato un programma ad hoc - il Career Development Award - rivolto a scienziati che lavorino all'estero al momento della domanda e che vogliano fondare un proprio laboratorio di ricerca in Italia. Attraverso questa via sono rientrati in 22 nel Belpaese. Per loro la Fondazione mette sul piatto un contributo economico di 200 mila dollari l'anno, per un periodo di 3-5 anni. L'ultimo vincitore di questo riconoscimento è stato nel 2016 Luca Tiberi che ha appena istituito il suo laboratorio su disturbi cerebrali e cancro al Cibio di Trento.

"Sono anni davvero eccitanti per chi si occupa di scienza - sottolinea Lisa Mayer, direttore esecutivo della Fondazione - Le nuove tecnologie ci permettono oggi di esplorare scenari che sarebbero stati impensabili fino a pochissimo tempo fa. Abbiamo imparato tanto, ma c'è ancora tanto da capire. Sconfiggere le malattie richiede una completa comprensione di come funzioni la biologia umana e per questo serve la ricerca di base".

E serve scommettere sui giovani, assicura Mayer. "Crediamo in chi ha un approccio originale alla ricerca scientifica e premiamo esclusivamente sulla base di criteri di merito". I 22 scienziati che hanno creato i loro laboratori in Italia con il supporto della Fondazione coprono settori che vanno dalle neuroscienze alla botanica, dalla biochimica all'immunologia, dalla biologia del cancro, fino alla proteomica e genetica e alla biologia sintetica.

Dal loro arrivo in Italia hanno prodotto più di 380 pubblicazioni in riviste peer-review, con un'alta percentuale di citazioni per ogni pubblicazione. In più hanno raccolto oltre 38 milioni di euro in ulteriori grant, compresi 5 dell'European Research Council (Erc) e uno dei soli 2 Howard Hughes Medical Institute International Early Career Scientist Awards attribuiti a scienziati italiani nel 2012. "Queste - ha avuto modo di dire Robert Tjian, presidente del Howard Hughes Medical Institute, "sono le persone che tra 10 anni saranno leader scientifici nel proprio paese".

La Fondazione Armenise-Harvard nasce da una storia d'amore. Quella del conte Giovanni Auletta Armenise per la moglie Dianora Bertacchini, che morì di tumore al cervello nel 1994. Inseguendo le cure i coniugi approdarono al Massachusetts General Hospital e alla Harvard Medical School. Nasce da qui l'idea di una Fondazione (il nome lo deve allo zio e mentore di Auletta Armenise) che è diventata motore di una partnership.

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