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Carla

A 5 anni si sente femmina e potrà operarsi, ok giudici australiani

07 dicembre 2016 | 13.22
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

Carla, 5 anni, australiana, è femmina nel nome, nei gusti e nell'aspetto, anche quello degli organi genitali. Geneticamente però è uomo, con gonadi maschili rimaste all'interno del corpo, tanto da ingannare sulla sua identità sessuale non solo mamma e papà, ma anche i medici al momento della nascita. Ora i giudici del Tribunale della famiglia hanno deciso che i genitori di Carla potranno farla operare prima della pubertà, senza il bisogno di particolari permessi, così da rimuovere chirurgicamente le gonadi maschili nascoste, scongiurando eventuali rischi per la salute e permettendole un'attività sessuale adeguata. Il caso del piccolo intersex è riportato sul quotidiano 'The Austrialian'.

Il giudice Colin Forrest si è pronunciato nel gennaio scorso, ma solo ora la notizia è stata resa pubblica e già fa discutere. "Riteniamo sia opportuno assegnare un genere a un bambino intersessuale - riconosce Morgan Carpenter, attivista per i diritti degli intersessuali - ma non crediamo sia necessario intervenire chirurgicamente perché devono essere i bambini a scegliere quando sono più grandi, e farlo è difficile se sono stati operati da piccoli". Secondo uno dei medici di Carla sentiti dalla Corte, tuttavia, l'intervento chirurgico è opportuno anche per evitare che possano svilupparsi dei tumori.

Un tempo i bimbi come Carla venivano detti ermafroditi, mentre ora si preferisce il termine intersessuale. In questo caso alla nascita l'aspetto del bebè era femminile, e la verità è emersa solo quando la madre si è accorta di un rigonfiamento intorno alla vulva. Carla è stata sottoposta a dei test dai quali è risultata "geneticamente maschio", anche se nei documenti presentati alla Family Court viene descritta "con aspetto e comportamenti femminili".

Carla è stata cresciuta da femmina e si sente tale. Porta i capelli raccolti in lunghe trecce bionde, rifiuta atteggiamenti maschili ("non ha mai voluto fare la pipì in piedi") e non vuole che si parli di lei al maschile. Nella sua stanza ci sono tende rosa, copriletto e camper di Barbie, collane, lucidalabbra. Ama indossare gonne a fiori, sandali scintillanti e biancheria di Minnie. Quando era piccola i genitori hanno scelto di farla operare per migliorare l'esteriorità dei genitali femminili, poi si sono rivolti al tribunale per capire se servisse un permesso dei giudici prima di procedere a una chirurgia più complessa che includesse l'asportazione delle gonadi maschili interne. La risposta è stata no: non c'è bisogno di autorizzazione, Carla può operarsi.

In Australia i diritti dei bambini intersessuali sono stati al centro di un'inchiesta del Senato nel 2013, promossa dall'ex sindaco e ora consigliere di Hobsons Bay, Tony Briffa, cresciuto come una ragazza: sottoposto all'età di 7 anni a un intervento di rimozione delle gonadi, veniva chiamato Antonietta. "Hanno convinto mia madre a castrarmi", sostiene Briffa che ora mette in guardia contro gli interventi chirurgici di questo tipo e preferisce essere considerato "né maschio né femmina, bensì intersessuale".

L'intersessualità non è una condizione comune. In Australia, nello specifico, si stima riguardi un nato ogni 4.500, caratterizzato da genitali "significativamente ambigui alla nascita, tanto da non poter determinare immediatamente il sesso del bambino".

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