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Salute: 5 giovani su 10 soffrono di mal di schiena

09 gennaio 2017 | 17.21
LETTURA: 4 minuti

Salute: 5 giovani su 10 soffrono di mal di schiena

Hanno vent'anni, ma tra malanni e acciacchi sono messi peggio dei nonni. Lordosi e dolori al nervo sciatico i grattacapi più diffusi, ma non mancano all'appello problemi alla colonna vertebrale. Sempre più giovani, infatti, soffrono quotidianamente di mal di schiena: cinque su 10, secondo la Società italiana di ortopedia e traumatologia. Le cause? I ragazzi si muovono poco e stanno molto tempo davanti a computer o tablet. Il dolore è conseguenza di posture scorrette. I più a rischio lombalgia sono gli 'under 30' che passano fino a 10 ore al giorno a navigare sul web dal divano.

"Ad oggi le patologie della colonna vertebrale, molto diffuse e causa anche di disagio sociale, non sono più appannaggio soltanto della terza età. Anzi", sottolinea Marcello Bartolo, responsabile dell’Unità di Neuroradiologia diagnostica e terapeutica dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia).

"Molti giovani, anche praticanti attività sportive - spiega lo specialista - sono soggetti a ernie del disco o sindromi dolorose lombari. Da noi sempre più spesso giungono pazienti giovani con patologie della colonna vertebrale. Hanno tra i 20 e i 30 anni, in particolare ragazze, conducono una vita sedentaria e molte volte sono obesi. Per prevenire queste condizioni morbose della colonna vertebrale è necessaria una giusta e moderata attività sportiva per la correzione soprattutto delle posture sbagliate", raccomanda.

Nel Dipartimento di Neuroradiologia diagnostica e terapeutica di Neuromed, nel 2016, sono stati eseguiti oltre 80 mila prestazioni.

"Nell’Unità diagnostica e terapeutica che io dirigo - prosegue Bartolo - vengono eseguiti esami di varie tipologie, da quelli radiografici diretti del cranio e della colonna, allo studio in Tac o Rm di tutte le patologie del sistema nervoso centrale. Non solo dal punto di vista diagnostico, ma anche dal punto di vista terapeutico".

La diagnostica per immagini tratta tumori, traumi e malformazioni vascolari. Qual è il suo impiego per le patologie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson?

“La Diagnostica Neuroradiologica non vuol dire soltanto lo studio delle patologie più frequenti come i tumori cerebrali o le lesioni ischemiche cerebrali. Ma tratta anche le malattie degenerative. Ce ne sono alcune rare ma alcune anche molto frequenti, quali l’Alzheimer. In questi settori siamo particolarmente impegnati con una diagnostica strumentale che a volte è integrata. Nel senso che utilizza sia gli studi di Risonanza magnetica sia gli studi con la medicina nucleare. Con la possibile fusione delle immagini che otteniamo dalle diverse apparecchiature riusciamo ad avere informazioni sulla diagnosi precoce di queste patologie”.

Quali sono le possibilità offerte dalla neuroradiologia interventistica?

“Oggi esiste una sottobranca della Neuroradiologia, che si chiama Neuroradiologia interventistica che si occupa di fare dei veri e propri interventi sul paziente di tipo mini invasivo sia su patologie vascolari (aneorismi cerebrali) sia su tutte le patologie vertebrali, in particolare fratture vertebrali da osteoporosi”.

Quali sono gli sviluppi che ci possiamo attendere nei prossimi anni dalla neuroradiologia?

“La Neuroradiologia dal 2000 ad oggi ha avuto uno sviluppo incredibile, se pensiamo che 20 anni fa non era presente la Risonanza magnetica che ha permesso di avere una visualizzazione in vivo del tessuto cerebrale e del cervello umano. Ad oggi gli studi con apparecchi di risonanza ad alto campo magnetico permettono di eseguire uno studio particolareggiato della corteccia cerebrale e di tutte le strutture endocraniche”.

In Italia ci sono due apparecchi Eos. Uno si trova in dotazione all’Irccs Neuromed di Pozzilli. A cosa serve?

“Eos è un esame a basso irraggiamento per ragazzi giovani che devono ripeterlo spesso, più volte in un anno, perché affetti da scoliosi. Punto di forza di questo apparecchio è l’irraggiamento del paziente ridotto al minimo rispetto a quello con radiografia convenzionale”.

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