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Ricerca, gli Usa celebrano il talento (precario) degli under 40 italiani

16 febbraio 2017 | 13.03
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I giovani scienziati italiani premiati al Croi 2017 di Seattle
I giovani scienziati italiani premiati al Croi 2017 di Seattle

Sono giovani e di belle speranze. Coltivano progetti di ricerca sull'Hiv in tempi difficili, in cui i finanziamenti per gli studi in questo campo scarseggiano. E spesso sanno cosa vuol dire essere precari, con talento. Per un giorno, le star sul palcoscenico di un vertice mondiale di scienziati sono stati loro: 17 ricercatori italiani under 40 (di cui 11 donne), prime firme di studi selezionati per la presentazione al Croi, la Conferenza internazionale sui retrovirus e le infezioni opportunistiche, che si chiude oggi 16 febbraio a Seattle.

Un sogno che si avvera - riconoscimento per tanti sacrifici - è stato poter parlare del proprio lavoro davanti a big della ricerca sull'Hiv del calibro del premio Nobel Françoise Barré-Sinoussi, presente ieri alla cerimonia. La scienziata era anche nella giuria internazionale che ha avuto il compito di selezionare le due migliori presentazioni. Una sulla ricerca di base, quella di Antonella Santoro di Modena, e l'altra sulla ricerca clinica, di Andrea Calcagno di Torino. I due autori saranno premiati prossimamente in Italia, in occasione dell'Icar, l'Italian Conference on Aids and Antiviral Research in programma a giugno a Siena.

Motore dell'iniziativa nata nel 2012 è Guido Silvestri, componente del Comitato organizzativo del Croi, super scienziato italiano di casa negli Usa (all'Emory University di Atlanta dirige un centro di ricerche sui primati). Oggi, spiega, "è difficile fare ricerca e anche il Programma nazionale su Hiv/Aids è stato sospeso". Eppure "continuare gli studi è importante. Lo dicono i dati: un giorno normale per l'Aids è come il giorno più nero del terrorismo. In 24 ore nel mondo muoiono in media più di 3.000 persone stroncate dalla malattia. L'11 settembre 2001 negli attentati alle Torri Gemelle di New York le vittime furono 2.996".

Silvestri si è chiesto cosa si poteva fare per i giovani ricercatori italiani e così è nata questa serata 'celebrativa'. "Un momento importante per loro - evidenzia il professore - vogliamo incoraggiarli a non mollare, motivandoli anche quando i fondi mancano perché i riflettori sull'infezione si sono abbassati. Tutto questo è anche un modo per farli sentire parte di una comunità scientifica internazionale".

Molti di loro conoscono bene il precariato. "Su 17, più o meno 3 sono più stabili. Per gli altri si parla di borse di studio, assegni di ricerca, dottorati". Ragazzi che a volte "faticano tanto per 1.500 euro al mese". I ricercatori saliti ieri sera sul palco arrivano da Milano, Roma, Torino, Napoli, Modena. Alcuni hanno partecipato come autori alle precedenti edizioni, e ora sono i mentori di altri colleghi. Fra i lavori che sono stati presentati anche alcuni sull'epatite e sui pazienti co-infetti da Hiv-Hiv.

Quanto alle ricerche vincitrici, quella di Santoro si è concentrata sulla descrizione di una forma di malattia broncopolmonare cronica ostruttiva in pazienti infettati con Hiv che non hanno mai fumato. Calcagno si è invece occupato della presenza di cellule che esprimono il Rna virale di Hiv nella mucosa olfattoria, che è l'unica parte del sistema nervoso centrale che può essere campionata nell'uomo attraverso biopsia, in quanto queste cellule sono in grado di rigenerare rapidamente.

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