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L'algoritmo di Facebook che trova gli utenti a rischio suicidio

01 marzo 2017 | 17.26
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Schermata di Facebook
Schermata di Facebook

La nuova missione dell'intelligenza artificiale? Trasformare un Sos disperso nella Rete in un 'gancio' per tentare di tenere aggrappate alla vita persone che hanno perso la voglia di stare al mondo. Ci sta provando Facebook. Il social network ha sviluppato degli algoritmi che rilevano segnali di allarme nei post degli utenti e nei commenti che i loro amici lasciano in risposta e ha iniziato a utilizzare l'intelligenza artificiale per identificare nel mare magnum dei suoi iscritti quelli a rischio di suicidio.

Dopo la conferma di un team 'umano', la compagnia contatta le persone che si ritiene possano essere sul punto di far del male a loro stessi e suggerisce le modalità con cui possono chiedere aiuto. Il sistema, secondo quanto riporta la 'Bbc' online, è in fase di test solo negli Stati Uniti al momento e viene definito "non solo utile ma cruciale" dal responsabile di una 'helpline' che si occupa di questo tema.

Si tratta di un primo utilizzo della tecnologia di intelligenza artificiale per esaminare i messaggi sul network, anche se il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha anche annunciato il mese scorso che spera di utilizzare algoritmi per identificare eventuali post di terroristi. Il social network ha avviato collaborazioni con diverse organizzazioni che si occupano di salute mentale negli Stati Uniti per consentire agli utenti vulnerabili un contatto con loro attraverso la piattaforma di Messenger.

L'offerta di 'consulenza' agli utenti ritenuti a rischio di suicidio non è una novità per il social network che per anni ha fatto affidamento sulle segnalazioni di altri utenti attraverso un pulsante ad hoc. Ora però ha introdotto questi algoritmi di 'pattern-recognition' per rilevare se qualcuno è in difficoltà, 'addestrandoli' con esempi di messaggi precedentemente segnalati: frasi con riferimenti a tristezza e dolore, risposte preoccupate da parte di amici (come "Stai bene?" o "Sono preoccupato per te").

Identificato il post, il testo viene inviato al team operativo per una revisione rapida. "Sappiamo - sottolinea alla 'Bbc' Vanessa Callison-Burch, product manager di Facebook - che la velocità è fondamentale" in questi casi.

Il direttore della National Suicide Prevention Lifeline Usa, John Draper, ha elogiato lo sforzo del social network, ed espresso la speranza che Facebook riesca eventualmente a fare anche di più che dare consigli, contattando chi potrebbe aiutare queste persone. "E' qualcosa che abbiamo discusso", spiega Draper. "Quanto più siamo in grado di mobilitare la rete di sostegno di una persona in difficoltà, tanto più è probabile che questa accetti e ottenga aiuto. La domanda è come possiamo farlo in un modo che non risulti invasivo. Direi però che quanto ora si sta già offrendo è un enorme passo avanti".

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