Un enigmatico 'cugino' degli uomini moderni, che sta svelando i suoi segreti. Gli scienziati hanno annunciato che il sistema di grotte sudafricano Rising Star Cave, scoperto due anni fa, ha offerto preziose e sorprendenti informazioni sulla nuova specie di ominidi battezzata Homo naledi nel 2015. Il team è riuscito infatti a 'datare' il nuovo ominide, che si è rivelato sorprendentemente giovane. L'Homo naledi, spiegano, visse in Africa da 335 a 236 mila anni fa. In pratica, questa popolazione fu attiva in un tempo e un luogo in cui erano presenti anche esemplari di Homo sapiens. E, secondo gli esperti, per la prima volta si dimostra che un'altra specie di ominidi è sopravvissuta insieme ai primi esseri umani in Africa.
Non solo, gli stessi scienziati descrivono anche la scoperta di una seconda grotta nel sistema di caverne, contenente ulteriori esemplari di Homo naledi. Fra questi, un bambino e uno scheletro parziale di maschio adulto con un cranio notevolmente ben conservato. La ricerca, pubblicata su 'eLife', è frutto del lavoro dei ricercatori dell'Università del Witwatersrand (Sudafrica), dell'Università James Cook (Australia) e dell'Università del Wisconsin a Madison (Stati Uniti), insieme a più di 30 istituzioni internazionali. Secondo gli studiosi, diretti da Lee Berger, la ricerca promette di rivoluzionare l'albero genealogico umano e la comprensione delle tappe della nostra evoluzione.
L'ultimo scheletro, battezzato Neo dal team di studiosi (in Sesotho significa 'un dono'), è "il più completo mai scoperto, e tecnicamente anche più completo della celebre Lucy, considerato lo stato di teschio e mandibole", conclude Berger. Il suo team è convinto che il sito conservi ancora molti segreti, che potranno svelare molto sulle nostre più remote origini.