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Dall'intelligenza artificiale la musica contro il dolore, è italiano il primo test

07 giugno 2017 | 12.00
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Uno degli spartiti  'composti' con l'algoritmo - (fonte: Ics Maugeri)
Uno degli spartiti 'composti' con l'algoritmo - (fonte: Ics Maugeri)

La musica, si sa, parla allo spirito e solleva l'anima. Ma promettono di 'curare' anche il corpo le note somministrate agli Istituti clinici scientifici Maugeri di Pavia da Alfredo Raglio, musicoterapeuta e ricercatore. Quelle che propone lui non sono melodie normali. Niente Mozart né Bach, né stelle del rock, del pop o del rap. Il compositore si chiama 'Melomics-Health' ed è un algoritmo che produce musiche figlie dell'intelligenza artificiale, sintetizzate sotto la guida dell'uomo in base al sintomo che si vuole alleviare. In questo caso il dolore che affligge ogni giorno i malati di fibromialgia, una malattia senza età né cause chiare, che colpisce soprattutto le donne con pesanti ripercussioni, oltre che sul fisico, anche sulla sfera psicologica e la qualità della vita. (Ascolta l'audio)

Sessanta pazienti under 60 seguiti dall'Unità di medicina del dolore dell'Istituto lombardo sono i protagonisti di una sperimentazione unica nel suo genere, che Raglio descrive all'AdnKronos Salute alla vigilia del X Congresso della Siras (Società italiana di riabilitazione in alta specialità), in programma l'8 e il 9 giugno a Pavia al Centro congressi di Ics Maugeri Società Benefit Irccs. 'Innovazione e multidisciplinarietà per la riabilitazione del XXI Secolo' è il tema dell'evento che richiamerà oltre 400 esperti da tutta Italia. Un confronto a 360 gradi sulla riabilitazione (dei disturbi del movimento, neurologica, cardiologica, pneumologica), durante il quale si parlerà anche di musicoterapia e neuroscienze.

Tutto inizia da una collaborazione sull'asse Italia-Spagna. "A fine 2013 - racconta Raglio, responsabile del Laboratorio di ricerca in musicoterapia della Maugeri e coordinatore scientifico del Master di I livello in musicoterapia dell'università di Pavia - ho cominciato a lavorare con Francisco J. Vico, professore di intelligenza artificiale all'università di Malaga. Lui ha messo a punto l'algoritmo, io l'ho adattato per calarlo in un contesto di terapia con la musica".

Come nascono le melodie firmate AI, intelligenza artificiale? "L'algoritmo le compone tenendo conto delle impostazioni che gli diamo", spiega Raglio. "Finora abbiamo lavorato sul concetto di rilassamento o meglio di de-attivazione", ossia 'commissionando' a Melomics-Health "brani musicali che con caratteristiche che dovrebbero risultare appunto de-attivanti a livello emotivo, determinando una condizione di rilassamento e distrazione che contrasti con lo stress a cui i pazienti con dolore persistente sono costantemente sottoposti".

Quella che ne esce in gergo tecnico si chiama "monodia. Una linea melodica, una musica molto semplificata senza supporto armonico - prosegue il ricercatore - Sono note a tutti gli effetti", che sposandosi producono "brani della durata di circa 3 minuti con un andamento riconoscibile, che tuttavia non assomigliano a niente di familiare perché non rispondono alle regole tradizionali della musica. Non sono pensati tanto in chiave estetica, quanto in chiave curativa". Suoni 'buoni', insomma, più che 'belli'. Otto, per ora, le monodie inserite nella speciale playlist.

"I 60 pazienti previsti nello studio, un trial randomizzato e controllato - puntualizza Raglio - sono stati suddivisi in 3 bracci di ricerca: un gruppo seguirà la terapia tradizionale che si prescrive nel trattamento della fibromialgia, un altro ascolterà musica sulla base di scelte personali e soggettive, un altro ancora quella creata dall'algoritmo. Il confronto tra gruppi permetterà di capire quale tipologia di intervento risulta essere più efficace. L'ascolto è quotidiano e avviene a domicilio, monitorato a distanza" come accade in ogni sperimentazione.

La 'musica artificiale' funzionerà? "Il razionale scientifico c'è tutto e la nostra sperimentazione, la prima ufficiale di questo tipo, serve proprio a scoprirlo - risponde lo specialista - Siamo arrivati a reclutare circa 12 pazienti e la conclusione della ricerca è prevista entro un anno".

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