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Istigazione all'anoressia, una legge ancora non c'è

27 novembre 2017 | 13.53
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Siti pro-ana e pro-mia, dove chi scrive (generalmente un giovane) istiga alla magrezza a tutti i costi, diffondendo informazioni distorte su come raggiungere il peso 'ideale' (l'ultimo caso in ordine di tempo quello della 19enne di Porto Recanati che attraverso un blog istigava ragazzine a sottoporsi a diete o ad effettuare terapie che provocavano l’anoressia).

Contro chi lo fa sono stati numerosi in passato i tentativi di imporre il carcere: anche la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, nel 2008 presentò una proposta di legge con altri due deputati dell'allora Pdl (Contento e Costa), mirata a oscurare i circa 300mila siti Internet italiani che promuovono anoressia (appunto 'pro-ana') e bulimia ('pro-mia').

Il testo prevedeva l'introduzione del reato di istigazione all'anoressia e alla bulimia e, per chi incita alla malattia, la reclusione fino a un anno, che sarebbero diventati due se l'istigazione avesse coinvolto minori o persone prive della capacità di intendere e di volere. Si stabilivano inoltre criteri per impedire l'accesso a siti che diffondono messaggi pro-anoressia e bulimia. Ma si tratta di una legge che non è mai stata approvata.

Come giace su carta anche la proposta bipartisan risalente al 2014, che aveva come prima firmataria la deputata Pd Michela Marzano. Si intendeva anche in questo caso introdurre il reato di istigazione all'anoressia. Il testo mirava a far sì che, dopo l'articolo 580 del codice penale, sia inserito il 580-bis 'Istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare'.

"Chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, istiga esplicitamente a pratiche di restrizione alimentare prolungata, idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare, o ne agevola l'esecuzione - recitava la pdl - è punito con la reclusione fino a un anno e con una sanzione pecuniaria da euro 10.000 a euro 50.000". Se il reato è commesso "nei confronti di una persona minore di 14 anni o di una persona priva della capacità di intendere e di volere, si applica la pena della reclusione fino a due anni e di una sanzione pecuniaria da euro 20.000 a euro 100.000".

L'incidenza dell'anoressia nervosa - secondo i dati contenuti nei Quaderni del ministero della Salute - è stimata in almeno 8 nuovi casi ogni 100mila donne all'anno, mentre quella della bulimia nervosa in 12 nuovi casi ogni 100mila donne all'anno. C'è appunto una prevalenza di pazienti donne: negli studi condotti su popolazioni cliniche, i maschi rappresentano il 5-10% dei casi di anoressia nervosa, il 10-15% di quelli di bulimia nervosa e il 30-40% di quelli di binge eating disorder (Bed), il disturbo da alimentazione incontrollata. L'anoressia nervosa aumenta di 5-10 volte la mortalità rispetto a persone sane della stessa età e dello stesso sesso.

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