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Trovata la culla della schizofrenia

17 aprile 2018 | 17.00
LETTURA: 3 minuti

(Afp)
(Afp)

Individuata la 'culla' della schizofrenia. A scoprirla sono ricercatori italiani del Center for Neuroscience and Cognitive Systems (Cncs) dell'Istituto italiano di tecnologia di Rovereto, che hanno individuato le regioni cerebrali coinvolte nelle distorsioni della percezione sensoriale tipica dei malati, dimostrando così il ruolo primario di questi effetti nella malattia. "Comprendere quali siano le regioni cerebrali all'origine della malattia - spiega Angelo Bifone, coordinatore del team di ricerca - è il primo passo per programmare terapie farmacologiche più mirate contro questa malattia". Lo studio è pubblicato sulla rivista internazionale 'Neuroimage: Clinical'.

La schizofrenia è una malattia psichiatrica complessa i cui sintomi includono psicosi, allucinazioni e gravi disfunzioni cognitive. Il paziente schizofrenico riferisce alterazioni della percezione sensoriale della realtà, ha difficoltà a riconoscere ed elaborare l'altezza e l'intonazione dei suoni, oltre ad aberrazioni della percezione visiva. Un esempio noto è la rappresentazione pittorica di un gatto fornita dall'artista inglese Luis Wain durante i vari stadi di avanzamento della sua malattia. Se queste distorsioni sensoriali siano all'origine della schizofrenia, oppure un risultato delle disfunzioni cognitive che la caratterizzano, è oggetto di indagine.

Negli ultimi anni, con l'avvento di tecniche di neuroimmagine come la risonanza magnetica funzionale, si è dimostrato che la schizofrenia è associata alla frammentazione della connettività funzionale, ossia al mal funzionamento della comunicazione tra diverse aree della corteccia cerebrale. Tuttavia, prima di questo studio non si sapeva quali fossero le aree interessate, ipotizzando quelle della corteccia frontale dove risiedono le funzioni cognitive più elevate come linguaggio e programmazione di azioni.

Lo studio attesta per la prima volta che la frammentazione della connettività funzionale avviene già a livello delle aree sensoriali primarie della corteccia cerebrale, quelle preposte all'elaborazione di base degli input visivi e uditivi. Con sorpresa, invece, i ricercatori non hanno osservato alterazioni della connettività funzionale nelle aree cerebrali frontali, indicando che la schizofrenia coinvolge alterazioni della percezione iniziale del segnale che si riverberano sulle funzioni cognitive superiori, alterandole.

Questo risultato è stato reso possibile dall'innovativo metodo di analisi sviluppato dallo stesso team Iit, che ha consentito di interpretare con una risoluzione superiore alle tecniche già esistenti la grande mole di dati raccolti dalle risonanze magnetiche funzionali effettuate su 94 pazienti schizofrenici e altrettanti volontari sani.

"Attraverso questo studio - sottolinea Cécile Bordier, prima autrice della pubblicazione - dimostriamo che la frammentazione della connettività cerebrale interessa maggiormente le regioni sensoriali primarie e quindi che la comunicazione è già alterata a un livello molto basso dell'elaborazione del segnale".

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