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Predire la leucemia, possibile un test del sangue

09 luglio 2018 | 18.15
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(Fotogramma)
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Un test del sangue per predire il rischio di leucemia anni prima che il cancro si manifesti. La prospettiva si apre grazie a uno studio, pubblicato su 'Nature', che ha scoperto alcuni cambiamenti genetici già presenti nei sani, ma indizio di un'alta probabilità di sviluppare in futuro la forma mieloide acuta del tumore ematologico. Una patologia molto aggressiva che può insorgere a ogni età, colpisce ogni anno circa 5 persone su 100mila e può portare a emorragie e infezioni mortali. Sul fronte terapeutico pochi progressi sono stati fatti per molti decenni, e per la maggior parte dei pazienti ci sono ancora poche speranze.

Il lavoro, condotto da scienziati del Wellcome Sanger Institute inglese e dell'European Bioinformatics Institute Embl-Ebi, insieme a collaboratori internazionali fra cui colleghi del Princess Margaret Cancer Centre in Canada o del Weizmann Institute in Israele, offre "la prima evidenza della possibilità di identificare molti anni prima chi potrebbe sviluppare una leucemia mieloide acuta (Aml)", spiega George Vassiliou del Wellcome Sanger Institute e del Wellcome-Mrc Cambridge Stem Cell Institute, consulente ematologo al Cambridge University Hospitals Nhs Trust. "Ora - aggiunge - la nostra speranza è sviluppare test di screening efficaci per riconoscere chi rischia di più e indirizzare la ricerca verso la prevenzione o la possibilità di fermare la progressione del tumore".

Per risalire alle radici della leucemia mieloide acuta, gli autori hanno attinto allo studio 'Epic' in corso dal 1992 sui legami fra cancro e alimentazione. Poiché nel tempo alcuni dei partecipanti arruolati si sono ammalati di Aml, analizzando i loro campioni di sangue precedentemente prelevati e stoccati, gli scienziati hanno provato a capire se esistevano 'spie genetiche' pretumorali, presenti e riconoscibili anni prima che la patologia insorgesse. Confrontando i sequenziamenti di Dna effettuati sul materiale proveniente da 124 pazienti che avevano sviluppato la leucemia con quelli da 676 persone non colpite, l'équipe ha così scoperto che molti fra coloro che successivamente si sono ammalati di Aml mostravano particolari alterazioni che li distinguevano dagli altri.

"La leucemia mieloide acuta appare spesso all'improvviso - commenta Grace Collord del Wellcome Sanger Institute e dell'università di Cambridge, primo autore del paper - quindi siamo stati sorpresi nello scoprire che le sue origini sono generalmente rilevabili più di 5 anni prima la malattia si sviluppi. Questo fornisce la 'prova di principio' che sviluppare un test per identificare le persone ad alto rischio di Aml è possibile".

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