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Parto pretermine, nuovo test prevede rischio

28 settembre 2018 | 18.49
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(Fotogramma)
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La prematurità rappresenta oggi la causa principale di mortalità e morbilità neonatale. In Italia coinvolge circa l'8% delle gravidanze. Ora però un nuovo esame, DnapretermTest, riesce a individuare già dall'inizio della gravidanza le donne a rischio, per porle sotto attenta sorveglianza e opportuno trattamento. Di questo e altri aspetti relativi al parto pre-termine si parlerà nel corso del convegno 'Spontaneous Pre-Term Birth', organizzato dalla Sidip (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno-fetale) a Roma, sabato 29 settembre all'Hilton Garden Inn Rome Claridge A.

"Le cause del parto pretermine sono molteplici - spiega il ginecologo Claudio Giorlandino, direttore generale dell'Italian College of Fetal Maternal Medicine - In circa la metà dei casi esistono condizioni predisponenti come la gemellarità, le gravidanze ottenute con tecnica di procreazione medicalmente assistita, malformazioni uterine, età materna, infezioni. Nell'altra metà il parto prematuro è un fenomeno del tutto inaspettato e, senza segni premonitori, si partorisce prima della 37sima settimana di gestazione. Il parto precoce espone il bambino a complicanze molto severe sul lato fisico e neurologico, che aumentano con il grado di prematurità. Dalla 22 alla 28sima settimana si possono determinare conseguenze estreme fino alla morte".

Numerosi studi hanno ormai concentrato l'attenzione sulle caratteristiche genetiche all'origine del parto prematuro. "Il DnapretermTest si avvia a divenire uno strumento essenziale di prevenzione e controllo per individuare i soggetti a rischio e attuare così i presidi a salvaguardia della gravidanza", afferma l'esperto.

Ma come funziona? "Si preleva un piccolo campione di sangue alla gestante o alla donna che vuole accingersi a diventare madre. Su tale campione si procederà allo studio dei polimorfismi genetici oggi ritenuti, dai maggiori studi internazionali, indicativi di una suscettibilità al parto pretermine e alla disposizione costituzionale alla durata della gravidanza".

In caso di esito positivo sono moltissimi gli strumenti a disposizione. "Noi ostetrici, al fine di ridurre le gravi conseguenze del parto pretermine - prosegue Giorlandino - abbiamo un vasto armamentario terapeutico che va dal semplice riposo, alle terapie mediche utili a rallentare le contrazioni, fino a quelle chirurgiche nelle quali si ritiene necessario cerchiare il collo uterino. In questo senso il test è un formidabile strumento di prevenzione e controllo della gravidanza, in grado di prevedere oltre la metà dei parti pretermine e quasi tutti i casi ove non esistono condizioni cliniche di rischio. Poi, ovviamente, più precoce è il trattamento meglio il soggetto potrà rispondere alle misure messe in atto per scongiurare, o ritardare, il parto prematuro".

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