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L'esperto: "Antirotavirus per ridurre ricoveri"

26 ottobre 2018 | 14.59
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(Fotogramma)
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"Il rotavirus è la principale causa di gastroenterite pediatrica, ed è una malattia democratica perché colpisce in qualsiasi paese, ma non lo è altrettanto nel fatto che su 120mila morti all’anno la maggior parte si verifica nei Paesi in via di sviluppo. Oggi, anche se nei paesi occidentali siamo in grado di gestire queste gastroenteriti grazie alle cure disponibili, le gastroenteriti da rotavirus hanno un grosso impatto sul nostro Ssn perchè sono responsabili di un forte carico di ospedalizzazione nei bambini sotto i 5 anni e sulle famiglie. Essendo i piccoli sotto i due anni i più colpiti, il fatto di avere un figlio così piccolo ricoverato per 5-7 giorni in un reparto di pediatria o di terapia intensiva perché si disidrata a causa della diarrea molto profusa, sicuramente pesa anche dal punto di vista emotivo". Lo afferma Claudio Costantino, Dipartimento Scienze promozione salute materno-infantile Università Palermo.

"Dal 2006 - continua Costantino - sono stati prodotti due vaccini antirotavirus, entrambi assolutamente efficaci e sicuri, tra l'altro somministrati per via orale, senza dunque il fastidio della puntura nei piccoli. In Italia la vaccinazione antirotavirus viene fatta dal 2013 in Sicilia che la dispensa gratuitamente, dal 2015 in Calabria, e dal 2017 tutte le regioni si sono adeguate nell’offerta vaccinale, prevista gratuitamente per tutti i nuovi nati. In Sicilia siamo arrivati a una copertura del 50% già dopo i primi anni, con risultati straordinari in termini di riduzione delle ospedalizzazioni da rotavirus e un importante risparmio economico per la sanità siciliana".

"Il vaccino contro il rotavirus - osserva - può sembrare meno utile perché sul territorio, anche da parte degli stessi operatori sanitari, non viene vista la vera faccia di questo virus, quella dei reparti pediatrici o delle terapie intensive, dove arrivano casi gravi in cui i bambini arrivano a perdere fino a 2-3 chili in otto ore, e rischiano la morte se non trattati immediatamente. Credo che per qualsiasi mamma l'ipotesi che il figlio possa andare incontro a una patologia così grave, in un momento della sua vita in cui è così fragile, sia la motivazione più grande per vaccinarsi. Io da papà - conclude - l'ho fatto a entrambi i miei figli, quindi sono il primo convinto dell'efficacia e della sicurezza di questi vaccini".

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